Crac Popolare Vicenza, processo d'appello con Zonin presente: centinaia di risparmiatori arrivati con pullman da tutto il Nordest

MESTRE - Al via oggi - 22 aprile - il processo d’appello per il crac della Banca Popolare di Vicenza. Per la prima udienza, ospitata nell’aula bunker di Mestre, sono...

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MESTRE - Al via oggi - 22 aprile - il processo d’appello per il crac della Banca Popolare di Vicenza. Per la prima udienza, ospitata nell’aula bunker di Mestre, sono arrivati in pullman decine di risparmiatori da tutto il Veneto e dal Friuli Venezia Giulia per ottenere giustizia e confidando di poter recuperare almeno una parte dei risparmi perduti.

Il principale imputato, l’ex presidente Gianni Zonin (condannato in 1. grado a sei anni e mezzo di carcere) è seduto in prima fila e ha annunciato che presenzierà a tutto il processo. 

Per chiudere il processo in tempi brevi la Corte ha fissato oggi tre udienze la settimana a partire dal mese di maggio. 

Le dichiarazioni 

«Se guardo la mia coscienza oggi non avrei dovuto esserci, se vedo come vanno le cose al mondo, accettiamo sempre con possibile umiltà le sentenze, anche se talvolta non vanno»  ha detto   giornalisti l'ex presidente   Gianni Zonin  condannato in primo grado a 6 anni e 6 mesi, assieme all'ex vicedirettore Emanuele Giustini (6 anni e 3 mesi) e agli ex vice dg Paolo Marin e Andrea Piazzetta (6 anni). Ai cronisti Zonin ha aggiunto che «c'erano due belle banche nel Veneto (la Popolare di Vicenza e Veneto Banca, ndr) e adesso non ci sono più. Umanamente dico questo, poi ognuno lo interpreta come vuole. Che non fosse tutto perfetto, sono d'accordo, che ci sia la responsabilità di alcune persone per cose che sono state ingrandite... uno dei risparmiatori sono anch'io, e uno grosso, perché la mia famiglia ha investito una cifra importantissima sulla banca. Vuol dire che ci credevamo, e che eravamo anche coscienti del valore. La mia famiglia ha partecipato a tutti gli aumenti di capitale. Poi se si guarda cos'è successo al mondo delle altre Popolari o anche istituti non popolari, si vede che c'è un certo indirizzo. Praticamente le popolari non ci sono più», ha concluso.

 

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Il Gazzettino