ARSIÈ (BELLUNO) - La nonna 94enne non può presentarsi in aula: il processo arriva a domicilio. Singolare decisione ieri mattina, in Tribunale a Belluno, del...
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Il processo era di fatto in una fase di stallo: la nonnina in una delle scorse udienze aveva iniziato la sua deposizione, ma la difesa, tramite l'avvocato Raffaella Mario, aveva sollevato una presunta incapacità nel rendere testimonianza per la 94enne. Il giudice aveva disposto una perizia affidata al dottor Cestaro che ha accertato la lucidità dell'anziana. Ieri quindi avrebbe dovuto raccontare quello che è accaduto in aula, ma non si sentiva bene. Il giudice, forse proprio per questa situazione di stallo, ha deciso di andare a domicilio. Con lei il pm Sandra Rossi, la cancelliera, gli avvocati. Non c'erano gli stenotipisti: la testimonianza della 94enne è stata assunta con formula riassuntiva. Non c'erano nemmeno altre formalità: le parti non hanno indossato le toghe e l'anziana è stata messa a proprio agio. Ha cercato di negare ogni episodio sottolineando quanto suo nipote fosse un bravo ragazzo. Ma di fronte alle domande incalzanti della Procura ha infine ammesso il pugno che ricevette dal nipote alla testa, che le causò un trauma al cuoi capelluto e anche l'episodio del coltello. Era l'agosto 2017 quando il 34enne avrebbe puntato un coltello da cucina alla gola della nonna 94enne dicendo che l'avrebbe uccisa.
Ma sono tanti i fatti contestati all'imputato e risalgono al periodo tra il febbraio 2017 e il 10 aprile 2018, quando, dopo l'ennesimo episodio scattò per il nipote anche il divieto di avvicinamento a quella casa. «Aprite le porte altrimenti vi ammazzo». Così si sarebbe rivolto alla mamma e la nonna il giovane una sera, cercando di entrare in casa. Le donne impaurite si erano chiuse all'interno, ma lui non si sarebbe dato per vinto. Al centro aggressioni verbali e anche fisiche. All'origine degli scatti di rabbia, sembra ci fossero questioni di soldi.
Sin torna in aula nelle prossime settimane, per altri testi.
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Il Gazzettino