La teste di 94 anni non riesce ad arrivare in aula: il processo va a domicilio

La teste di 94 anni non riesce ad arrivare in aula: il processo va a domicilio
ARSIÈ (BELLUNO) - La nonna 94enne non può presentarsi in aula: il processo arriva a domicilio. Singolare decisione ieri mattina, in Tribunale a Belluno, del...

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ARSIÈ (BELLUNO) - La nonna 94enne non può presentarsi in aula: il processo arriva a domicilio. Singolare decisione ieri mattina, in Tribunale a Belluno, del giudice Angela Feletto che non si è fermata di fronte a un certificato medico che annunciava l'impossibilità della parte offesa, 94enne di Arsiè, di partecipare al processo. La nonnina sarebbe stata vittima dei maltrattamenti messi in atto da un nipote, che si trova ora alla sbarra. Renato Gasperin, 34enne operaio edile nato a Feltre, è chiamato a rispondere di maltrattamenti e lesioni aggravate. È accusato di aver vessato, per diversi mesi, proprio in quella casa di Arsiè dove ieri è arrivato il giudice, oltre alla nonna anziana anche la mamma e il fratello (unico costituito parte civile con l'avvocato Massimo Moretti ieri sostituito dal collega Garlet). 

 
Il processo era di fatto in una fase di stallo: la nonnina in una delle scorse udienze aveva iniziato la sua deposizione, ma la difesa, tramite l'avvocato Raffaella Mario, aveva sollevato una presunta incapacità nel rendere testimonianza per la 94enne. Il giudice aveva disposto una perizia affidata al dottor Cestaro che ha accertato la lucidità dell'anziana. Ieri quindi avrebbe dovuto raccontare quello che è accaduto in aula, ma non si sentiva bene. Il giudice, forse proprio per questa situazione di stallo, ha deciso di andare a domicilio. Con lei il pm Sandra Rossi, la cancelliera, gli avvocati. Non c'erano gli stenotipisti: la testimonianza della 94enne è stata assunta con formula riassuntiva. Non c'erano nemmeno altre formalità: le parti non hanno indossato le toghe e l'anziana è stata messa a proprio agio. Ha cercato di negare ogni episodio sottolineando quanto suo nipote fosse un bravo ragazzo. Ma di fronte alle domande incalzanti della Procura ha infine ammesso il pugno che ricevette dal nipote alla testa, che le causò un trauma al cuoi capelluto e anche l'episodio del coltello. Era l'agosto 2017 quando il 34enne avrebbe puntato un coltello da cucina alla gola della nonna 94enne dicendo che l'avrebbe uccisa.
Ma sono tanti i fatti contestati all'imputato e risalgono al periodo tra il febbraio 2017 e il 10 aprile 2018, quando, dopo l'ennesimo episodio scattò per il nipote anche il divieto di avvicinamento a quella casa. «Aprite le porte altrimenti vi ammazzo». Così si sarebbe rivolto alla mamma e la nonna il giovane una sera, cercando di entrare in casa. Le donne impaurite si erano chiuse all'interno, ma lui non si sarebbe dato per vinto. Al centro aggressioni verbali e anche fisiche. All'origine degli scatti di rabbia, sembra ci fossero questioni di soldi. 

Sin torna in aula nelle prossime settimane, per altri testi.
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Il Gazzettino