Caro energia, Pro Gest: riaprono le cartiere dopo una settimana di blocco

Pro Gest, Bruno Zago
ISTRANA (TREVISO) - La Pro Gest annuncia la riapertura di tutte e sei le cartiere italiane, dopo l'incontro con i rappresentanti dei lavoratori e a una settimana dalla...

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ISTRANA (TREVISO) - La Pro Gest annuncia la riapertura di tutte e sei le cartiere italiane, dopo l'incontro con i rappresentanti dei lavoratori e a una settimana dalla sospensione delle attività produttive a causa del caro energia. Una buona notizia per i dipendenti del gruppo di Ospedaletto di Istrana, leader in Italia nella produzione della carta. «Ho dovuto fermare gli impianti per sicurezza, stavamo producendo in perdita. Ma ho degli appuntamenti già fissati con alcuni clienti. E spero, quindi, di poter ripartire con la produzione già all'inizio della prossima settimana» - aveva annunciato sette giorni fa Bruno Zago, patron della Pro Gest, rassicurando sindacati e fornitori nell'incontro richiesto da Cgil, Cisl e Uil. Il colosso avrebbe avviato le trattative con i clienti così da ricontrattare i prezzi dei prodotti quanto basta per riavviare la produzione. Promessa mantenuta. Anche se la preoccupazione per gli effetti del rincaro energetico rimane altissima.


LA RIPARTENZA

«La Pro Gest, essendo un'azienda molto grande ha potuto far ripartire la produzione probabilmente ricontrattando i prezzi con i clienti - dice Nicola Atalmi, segretario regionale generale Slc Cgil Atalmi ai microfoni di Antenna Tre -. Questo significa che il caro dell'energia avrà ricadute a cascata sulla produzione e sulle tasche dei consumatori. Intanto l'attività è ripresa e questa è la cosa importante». Nella settimana di chiusura i lavoratori hanno smaltito giorni di ferie. La pausa inoltre è stata infatti sfruttata per provvedere ad alcune manutenzioni, cosa che ha di fatto ridotto i giorni effettivi di fermo totale degli impianti, cosicché non è stato necessario ricorrere alla cassa integrazione. «Ci aspettiamo un intervento per stabilizzare il costo dell'energia - conclude Atalmi - perché per le imprese sta diventando una variabile impazzita che rende incerti il lavoro e il futuro».


STOP IMPROVVISO

L'annuncio dello stop temporaneo ai sei impianti dislocati lungo lo Stivale era arrivato lunedì scorso come un fulmine a ciel sereno. Il motivo? Il costo esorbitante raggiunto dal gas aveva azzerato non solo i margini di guadagno, ma stava spingendo verso il rosso i bilanci: «La carta, venduta a circa 680 euro a tonnellata, richiede oggi infatti circa 750 euro di soli costi energetici», aveva spiegato. Aggiungendo anche che per tornare almeno in pari, avrebbe dovuto fissare un prezzo di vendita tra i 1.000 e i 1.200 euro. Decisamente fuori mercato. Da qui la scelta di fermare tutto e di mettere i 400 dipendenti in ferie, ma pronto a chiedere la cassa integrazione se la situazione non fosse migliorata nel breve periodo. Scenario che poi non si è verificato. I sindacati erano quindi saltati sulle barricate chiedendo un incontro immediato, durante il quale la Pro Gest aveva assicurato fin da subito che nessuno dei 400 dipendenti era a rischio e che, nei giorni di blocco, tutti sarebbero stati pagati come sempre. L'azienda si era poi assunta l'impegno di avviare subito delle trattative con i clienti così da far ripartire la produzione il prima possibile. Tanto che le sigle sindacali si erano dette ottimiste per una risoluzione del blocco in tempi rapidi, come è avvenuto. Ieri finalmente la notizia che tutti aspettavano.

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Il Gazzettino