ISTRANA (TREVISO) - La Pro Gest annuncia la riapertura di tutte e sei le cartiere italiane, dopo l'incontro con i rappresentanti dei lavoratori e a una settimana dalla sospensione delle attività produttive a causa del caro energia.
LA RIPARTENZA
«La Pro Gest, essendo un'azienda molto grande ha potuto far ripartire la produzione probabilmente ricontrattando i prezzi con i clienti - dice Nicola Atalmi, segretario regionale generale Slc Cgil Atalmi ai microfoni di Antenna Tre -. Questo significa che il caro dell'energia avrà ricadute a cascata sulla produzione e sulle tasche dei consumatori. Intanto l'attività è ripresa e questa è la cosa importante». Nella settimana di chiusura i lavoratori hanno smaltito giorni di ferie. La pausa inoltre è stata infatti sfruttata per provvedere ad alcune manutenzioni, cosa che ha di fatto ridotto i giorni effettivi di fermo totale degli impianti, cosicché non è stato necessario ricorrere alla cassa integrazione. «Ci aspettiamo un intervento per stabilizzare il costo dell'energia - conclude Atalmi - perché per le imprese sta diventando una variabile impazzita che rende incerti il lavoro e il futuro».
STOP IMPROVVISO
L'annuncio dello stop temporaneo ai sei impianti dislocati lungo lo Stivale era arrivato lunedì scorso come un fulmine a ciel sereno. Il motivo? Il costo esorbitante raggiunto dal gas aveva azzerato non solo i margini di guadagno, ma stava spingendo verso il rosso i bilanci: «La carta, venduta a circa 680 euro a tonnellata, richiede oggi infatti circa 750 euro di soli costi energetici», aveva spiegato. Aggiungendo anche che per tornare almeno in pari, avrebbe dovuto fissare un prezzo di vendita tra i 1.000 e i 1.200 euro. Decisamente fuori mercato. Da qui la scelta di fermare tutto e di mettere i 400 dipendenti in ferie, ma pronto a chiedere la cassa integrazione se la situazione non fosse migliorata nel breve periodo. Scenario che poi non si è verificato. I sindacati erano quindi saltati sulle barricate chiedendo un incontro immediato, durante il quale la Pro Gest aveva assicurato fin da subito che nessuno dei 400 dipendenti era a rischio e che, nei giorni di blocco, tutti sarebbero stati pagati come sempre. L'azienda si era poi assunta l'impegno di avviare subito delle trattative con i clienti così da far ripartire la produzione il prima possibile. Tanto che le sigle sindacali si erano dette ottimiste per una risoluzione del blocco in tempi rapidi, come è avvenuto. Ieri finalmente la notizia che tutti aspettavano.