PADOVA - Adesso la parola passa ai cittadini veneti del centrosinistra: saranno loro, domani, a decretare il successo o il fallimento delle primarie per la scelta del candidato...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Dunque, chi non c’era e chi non ha visto, sappia che chiunque vincerà domani le primarie, poi continuerà a tenersi il proprio incarico. Passi Pipitone che è in consiglio regionale, ma come faranno Moretti e Rubinato a dividersi tra il Veneto e Bruxelles o Roma? Rubinato ha rivelato che le tocca "non" dimettersi da parlamentare italiana: «La mia segretaria provinciale Pd mi ha chiesto di lavorare in Parlamento fino alle elezioni regionali, ma se il partito non mi chiede di restare non avrò alcun problema a dimettermi subito». La non risposta di Moretti («Ho dichiarato che in caso di vittoria resterò in Regione per cinque anni») conferma la stessa linea: dimissioni solo dopo le elezioni.
Chiunque vincerà dovrà mettersi a studiare. Seriamente. Perché se il più preparato (e a tratti spigliato) è parso Pipitone, per quanto Rubinato possa apparire "solida" (copyright di Paolo Giaretta) e Moretti bravissima a bucare lo schermo (capacità innegabile e oggi fondamentale), entrambe avranno il loro ben daffare per agganciare Zaia, almeno a guardare i recenti sondaggi. Se poi davvero il Pd vorrà tentare di conquistare il Veneto, dovrà coinvolgere il suo segretario. E non quello regionale. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino