TREVISO - Si offrivano di restaurare opere e arredi sacri facendo sottoscrivere a preti, suore o responsabili di istituti religiosi, dei finti contratti, intestandoli a...
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Una cinquantina i casi scoperti in tutto il Nord Italia (tra questi uno a Conegliano, 4 a Belluno, uno ad Adria così come a Chioggia e a Verona) nel corso di lunghe indagini che hanno ricostruito un giro di denaro che supera i 150 mila euro finiti direttamente nelle tasche degli indagati. Tutto è iniziato poco più di un anno fa quando i carabinieri di Vedelago, supportati dai colleghi della compagnia di Castelfranco, hanno effettuato alcuni controlli nei campi nomadi dell'area comunale. Nelle perquisizioni effettuate si sono imbattuti in paramenti sacri, candelieri e contratti di prestazione d'opera che hanno subito incuriosito gli investigatori, giunti di lì a poco agli accampamenti di Paese e Treviso dove risiedono alcuni componenti della famiglia Levak. Tutti personaggi ben conosciuti nella nostra provincia che, di fatto, avevano esportato oltre i confini del Veneto un sistema a dir poco collaudato.
Quando riconsegnavano la merce "sistemata", e qui la truffa, pretendevano di essere pagati il doppio o il triplo rispetto a quanto pattuito. E se il prete si rifiutava, minacciavano di andare dal Vescovo o di scatenare un polverone mediatico. I militari hanno scoperto 50 casi solo nell'ultimo anno mettendo assieme documenti, ricostruendo spostamenti, soggiorni in albergo e trasferte, e rintracciando conti correnti e materiale riconducibile ai 7 componenti della famiglia Levak.
Il Gazzettino