Giulio, 50 anni: «Sono un ex prete sposato, se il Papa mi chiama torno sull'altare»

Giulio Antoniol lungo il Cammino di Santiago di Compostela
Se le cose cambiassero è pronto a tornare. Se l’ipotesi di riaprire le porte dell’altare ai preti sposati, avanzata da Papa Francesco nel corso del Sinodo per...

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Se le cose cambiassero è pronto a tornare. Se l’ipotesi di riaprire le porte dell’altare ai preti sposati, avanzata da Papa Francesco nel corso del Sinodo per l’Amazzonia, avesse un seguito reale, Giulio Antoniol 50enne originario di Lamon, ex arciprete del Duomo di Feltre, ora sposato e papà già da una decina di anni, sarebbe pronto a riindossare lo tonaca. Un’ipotesi che potrebbe avvenire in un futuro non ancora definito visto che per vedere i sacerdoti con famiglia al seguito con ogni probabilità ci vorrà ancora tempo e non si nemmeno se la svolta ci sarà mai. Nell’animo di Giulio Antoniol, ritornato laico a settembre del 2009, che attualmente gestisce la tabaccheria edicola Le Torri di via Vignigole a Feltre, il desiderio di poter coniugare l’amore per la famiglia con quello per Dio rimettendosi al servizio della comunità come religioso, è veramente forte. 

Entrato in crisi a causa di quello che egli stesso aveva definito «un peso dolce e lacerante», aveva cercato di risolvere il conflitto interiore percorrendo il Cammino di Santiago de Compostela. Una “penitenza con lo zaino in spalla” che però si è conclusa con la volontà di lasciare la tonaca visto che a novembre del 2019 ha rassegnato le dimissioni da sacerdote nelle mani dell’allora vescovo di Belluno - Feltre monsignor Giuseppe Andrich. Un addio che ha fatto rumore e che nella comunità religiosa feltrina ha lasciato un segno indelebile.
Una proposta forte quella di papa Francesco che potrebbe riportare gli ex sacerdoti come lei con famiglia al seguito sull’altare. Come ha accolto la notizia?
«Un’apertura rivoluzionaria che per il momento però è solo una proposta se pur arrivata in un momento storico come quello del Sinodo per l’Amazzonia. Non so cosa potrà accadere e se gli ex sacerdoti come me potranno ancora sperare di poter rimettere i paramenti sacri, staremo a vedere. Non sono certo decisioni che posso prendere io ma ben più in alto.
Se arrivasse il “semaforo” verde e la Chiesa aprisse ai preti sposati lei cosa farebbe?
«Non è facile dirlo ora con precisione ma sarei pronto a tornare e a rimettermi al servizio della comunità. E questo naturalmente con al mio fianco i miei cari. Io non mi sono tolto la toga perchè non sono più credente o la Chiesa mi è diventata stretta tutto ad un tratto, ma perchè volevo avere una famiglia tutta mia e diventare papà».
Quindi Giulio potrebbe tornare don Giulio e ricelebrare messa?
«Non sono io che lo decido, se quello che è emerso dal Sinodo potrà avere un seguito io sono pronto a rimettermi in gioco poi saranno le autorità della Chiesa a decidere per me valutando se Giulio potrà ritornare al passato o se dovrò rimanere quello che sono ora».
E se approvato il sacerdozio dei preti per lei le “porte dell’altare” dovessero rimanere chiuse cosa farà?
«Continuerò a fare quello che sto facendo, il genitore di un bimbo stupendo lavorando nel mio tabacchino edicola che gestisco ormai da anni».
In questi anni, Antoniol, lei ha avuto ancora rapporti con il clero diocesano?
«Ho un rapporto sereno sia con il vescovo emerito monsignor Giuseppe Andrich che con l’attuale presule monsignor Renato Marangoni. Con il vescovo attuale ho avuto anche un incontro per valutare un mio maggior coinvolgimento nella vita della Chiesa bellunese naturalmente da laico con una preparazione teologica».
Come mai Giulio non si dedica all’insegnamento della religione nelle scuole che potrebbe, visto il suo curriculum vitae, essere una soluzione ideale e mettere a frutto le sue conoscenze da biblista convidendole con gli altri soprattutto gli studenti?

«Attualmente non lo posso fare perchè sono titolare di una tabaccheria e il rapporto con il Monopolio di Stato non me lo permette. Comunque io non ho mai smesso di studiare teologia ho continuato ad approfondire le mie conoscenze sulla Bibbia e a collaborare anche con la Diocesi con pubblicazioni e tenendo corsi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino