Prete ortodosso sospeso dal metropolita, scoppia la protesta dei fedeli: «Non andremo più in chiesa»

STRAPPO Una cerimonia davanti alla chiesa ortodossa della Madre di Dio di via Circonvallazione
MESTRE - Che futuro avrà la chiesa dedicata alla Madre di Dio in via Circonvallazione, nell’area dell’ex Umberto I? Se lo chiede la comunità ortodossa...

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MESTRE - Che futuro avrà la chiesa dedicata alla Madre di Dio in via Circonvallazione, nell’area dell’ex Umberto I? Se lo chiede la comunità ortodossa che non solo frequenta la chiesa, ma che l’ha restaurata giorno dopo giorno, dal 2014, dopo il lavoro, mentre le donne portavano la cena agli uomini impegnati a restaurare il santuario allora fatiscente. Non solo, la comunità ne ha anche arricchito gli interni con numerose icone, care alla religione ortodossa.



LA COMPOSIZIONE
La comunità è composta da circa 500 persone, per la maggior parte moldave, ma anche georgiane, ucraine e russe. «Nel parco della chiesa, che abbiamo rimesso in ordine riqualificando la zona - racconta Roman Postoloche - le famiglie si ritrovano la domenica per la funzione religiosa e i bambini giocano insieme. È sorta così una vera e propria comunità, unita da un percorso di fede grazie al parroco Anatolie Bitca, che amiamo particolarmente perché vero uomo buono e di fede, che ci offriva anche incontri di catechismo. Non ci ha mai chiesto un euro; ciò che è servito lo abbiamo messo noi». 

Ebbene, secondo il racconto della comunità ortodossa, il metropolita di Venezia Polykarpos (equiparato nella carica a un vescovo cattolico), ha sospeso il parroco senza fornire spiegazioni. In più ha chiesto la restituzione delle chiavi della chiesa, cosa che la comunità si è ben guardata di fare.

Inutili al momento le richieste di una spiegazione. Così da Mestre è partita una petizione corredata da 500 firme. Una delegazione si è recata anche a Venezia, alla chiesa dei Greci, sede del Metropolita e dove gli ortodossi hanno il loro Patriarcato, senza essere ricevuta. Nella petizione si chiede il reintegro del parroco e lumi sul futuro della chiesa. «Fino all’auspicata risposta del metropolita - hanno annunciato domenica molti esponenti della comunità ortodossa - noi non metteremo più piede in chiesa e non assisteremo alle funzioni in altri luoghi. Questo è molto doloroso, perché per noi il periodo pasquale, che si celebra una settimana dopo la Pasqua cattolica, è molto importante e sentito. Siamo determinati a far conoscere in ogni modo all’opinione pubblica questa situazione».


Chiesa e terreni appartenevano all'Ulss, ceduti, a seguito dell’abbandono dell’ospedale, al Comune di Venezia. L’area dell’ex ospedale, com’è noto, è stata acquisita al Gruppo Alì che sta lavorando al progetto di riqualificazione. «Non sappiamo nulla della questione - affermano dall’ufficio comunicazioni dell’azienda della grande distribuzione - Il progetto è ancora sulla carta e non ci sembra prevedere alcunché riguardo alla chiesa». «Padre Anatolie è reduce da un lutto in famiglia - conclude Roman riferendosi alla tragica morte del figlio di due anni - e questa ulteriore batosta gli sta facendo male». Dalla sede della comunità di San Giorgio dei Greci, che conta alcune centinaia di fedeli per lo più di origine ellenica, nessuna spiegazione al momento, se non quella di un normale avvicendamento.
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Il Gazzettino