Mancano presidi e direttori amministrativi, scuole già nei guai

Molti istituti non hanno un dirigente scolastico titolare
ROVIGO - È da poco suonata l’ultima campanella e già si prospetta un nuovo anno scolastico in salita per le scuole polesane. A tingere di incertezza il futuro...

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ROVIGO - È da poco suonata l’ultima campanella e già si prospetta un nuovo anno scolastico in salita per le scuole polesane. A tingere di incertezza il futuro è, tra le varie problematiche, la carenza di dirigenti scolastici: un vuoto che riguarda oltre un terzo degli istituti della provincia. Il dato emerge dai documenti dell’Ufficio scolastico regionale del Veneto che mostrano l’elenco dei posti di funzione dirigenziale che a partire da oggi, risultano “disponibili per mutamenti e mobilità” con decorrenza dal 1. settembre prossimo.

 
Entrando nel dettaglio, l’elenco delle sedi vacanti indica undici posti attualmente privi di dirigente scolastico in Polesine su un totale di 32 istituti. A ritrovarsi senza preside sono gli istituti comprensivi di Castelmassa, Occhiobello, Taglio di Po, Porto Viro, Polesella, Costa di Rovigo-Fratta Polesine, Porto Tolle, Adria 1, Adria 2, Lendinara e l’Ipssar Cipriani di Adria, ovvero l’istituto alberghiero. Di questi istituti, l’Ufficio scolastico regionale individua anche quelli considerati di “particolare complessità” per tre cause: difficile raggiungibilità della sede, presenza di particolari condizioni organizzative-gestionali e ambientali, e sedi dirigenziali prive di titolare nell’ultimo triennio che sono state assegnate annualmente in reggenza a diverso dirigente scolastico. Le sedi in questione sono gli istituti comprensivi di Taglio di Po, Costa di Rovigo-Fratta, Adria 2 e Lendinara. A tutto questo vanno aggiunti i pensionamenti di due dirigenti scolastici di ruolo.
Le cause che hanno portato a una tale carenza di presidi sono molteplici: le reggenze in scadenza, i pensionamenti, appunto, fisiologici e quelli agganciati a Quota 100, e il concorso nazionale per dirigenti scolastici bloccato da un ricorso al Tar del Lazio che rischia addirittura di saltare. E così anche il Polesine soffre la situazione di stallo che si è venuta a creare. Sul futuro del “concorsone”, intanto, è mistero. Dovrebbe assumere 2.900 dirigenti scolastici e mettere fine alle situazioni di carenza che accomunano il Polesine a tante altre province italiane, con i dirigenti costretti a dividersi tra un istituto e l’altro per via delle reggenze. La sentenza di merito del Tar del Lazio è attesa per il 2 luglio: il tribunale amministrativo si esprimerà sul ricorso presentato da oltre 300 concorrenti che chiedono l’annullamento della prova scritta a seguito di presunti illeciti amministrativi che sarebbero avvenuti proprio in fase di concorso. Il rischio, se il Tar accogliesse questa richiesta, è che chi ha già superato scritto e orale con esito positivo, si trovi a dover ripetere l’esame senza garanzie sull’esito. Per il ministero la conseguenza più immediata è che ci voglia un altro anno di tempo per organizzare e ripetere il concorso mentre tremila scuole italiane resterebbero senza preside. Un risvolto clamoroso e dalle conseguenze pesanti a tre mesi dall’avvio del nuovo anno scolastico e sul quale il ministero non si è ancora pronunciato mettendo in campo un piano B cui ricorrere per tamponare la situazione.

Quello della carenza di dirigenti scolastici non è l’unico problema delle scuole polesane: sul tavolo c’è anche la questione dei cosiddetti Dsga, ovvero i direttori dei servizi generali e amministrativi, le figure più importanti in ambito scolastico dopo i presidi. A breve ne andranno in pensione quattro e su questi Stefania Botton, segretaria generale della Cisl scuola di Padova e Rovigo, lancia l’allarme: «Rischiamo il blocco totale delle scuole: non è solo problema di dirigenti scolastici costretti ad affrontare reggenze e carichi di lavoro pesantissimi. Senza i Dsga non sappiamo neanche a chi fare amministrare il bilancio delle scuole». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino