Vita da preside. Una vita dura quella che la delegazione di dirigenti scolastici veneti ha illustrato al ministro Valeria Fedeli durante la mobilitazione a Roma di venerdì....
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
E quelli che ci sono stanchissimi. Dieci ore di lavoro al giorno e incombenze da ingegneri, avvocati, informatici. «Entro a scuola alle 8 e esco alle 19. Se mi va bene faccio due settimane di ferie all’anno, sempre portando il computer per poter mettere una firma digitale se necessario. Il tutto per 2.500 euro al mese» spiega Federica Silvoni, 45 anni, mamma di due bimbi di 7 e 3 anni, e dirigente scolastico all’istituto comprensivo di Montegrotto Terme nel Padovano che accoglie una scuola dell’infanzia, quattro primarie e due medie. Tradotto in numeri: 1325 alunni, 140 insegnanti e 30 amministrativi. La sua è una storia simile a quella dei suoi colleghi fatta di fatica e passione.
Anzittutto un preside ha la gestione del personale. «Dobbiamo firmare i contratti, fare le assunzioni, dare i permessi, gestire la legge 104, compilare il piano ferie, provvedere a coprire i servizi senza poter chiamare, per collaboratori e amministrati, i supplenti. E di tutto questo, in caso di contenziosi, rispondiamo di persona davanti al giudice del lavoro» spiega la preside. Quando a complicare le cose non ci si mettono gli scioperi - «ne indicono in media uno ogni due settimane» - che significa disdire i servizi trasporto e mensa per non correre il rischio di avere i ragazzini a scuola senza personale. C’è poi la responsabilità sulle strutture. «Non tutti i plessi sono a posto con le certificazioni - spiega Silvoni - malgrado queste dipendano dall’ente locale, se succede qualcosa, risponde anche penalmente la dirigente. È già successo di presidi condannati perché i ragazzi si sono fatti male a scuola a causa di finestre che si staccano o lucernai che non chiudono». Se poi si fa una festa aperta ai genitori il dirigente deve rispondere degli ospiti. Così come è responsabile se un pullman utilizzato per una gita si rompe. «Quindi dobbiamo essere in grado di dire se i controsoffitti, piuttosto che gli infissi sono resistenti o capire se il motore di un pullman ha problemi - spiega la preside - per non parlare dell’innovazione digitale. Ci chiedono di fare le prove con computer, ma non ci danno i tecnici a supporto. Non possono pretendere che noi ci trasformiamo in informatici, meccanici, ingegneri». E in tutto questo la didattica? «Fortunatamente ho un corpo docente bravissimo al quale delego la didattica, che dovrebbe essere la priorità della scuola e invece...». Quindi tanto lavoro e un grande sogno: «Desidererei stare un po’ di più con la mia famiglia - conclude la preside - se siamo usciti allo scoperto è perché davvero non ce la facciamo più». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino