BELLUNO - «So che potrò essere licenziata, ma non prenderò servizio nella sede che mi è stata destinata. Non farei bene il mio lavoro e sono pronta a...
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IL NODO La reggenza è una scuola da gestire in più oltre a quella di titolarità: la mancanza di presidi sta creando problemi in tutta Italia e molti dirigenti sono stati costretti al doppio incarico. È il caso appunto di Vanna Rossetti, dirigente scolastico dell'istituto comprensivo di Puos d'Alpago, che sabato ha iniziato l'ultimo anno di servizio prima della pensione. A luglio si era resa disponibile per la reggenza dell'istituto comprensivo di Pieve di Cadore. La doccia fredda è arrivata a metà agosto con la nomina, da parte della direzione regionale all'omnicomprensivo Valboite di Cortina d'Ampezzo, che ha ben cinque scuole: una media e quattro superiori.
L'accettazione dell'incarico di reggenza è un obbligo di legge. In questo caso la difficoltà non è solo e non tanto per i 75 chilometri di distanza (in montagna, per giunta) che separano le due sedi.
«Non è questo il primo incarico che ho come reggente e ho sempre cercato di svolgerlo al meglio. Il fatto è che non ho mai lavorato in una scuola superiore di secondo grado dice la dirigente e se si vuole fare bene il proprio lavoro, cioè essere presenti con i ragazzi, ascoltare e collaborare con gli insegnanti, con territorio e istituzioni, cioè comportarsi professionalmente, contano anche le condizioni psicologiche».
LA PROFESSIONALITÀ Una serietà ed una professionalità che tutti le riconoscono. A partire dagli insegnanti del comprensivo dell'Alpago che hanno preso carta e penna per difendere la loro preside. Avuta la nomina, Vanna Rossetti ha parlato con il dirigente scolastico provinciale Gianni De Bastiani, ha scritto al dirigente scolastico regionale Daniela Beltrame per chiedere uno scambio con un collega. Ma quest'ultima ipotesi, praticabile anche grazie alla disponibilità di un altro preside, è stata respinta.
Altrettanto ferma e decisa, a questo punto, la decisione della preside: «So che potrò essere licenziata perché questo prevede il nostro contratto. Ma ho deciso: io non prenderò servizio a Cortina d'Ampezzo e sono pronta a pagarne le conseguenze. Cioè anche ad essere licenziata».
IL SINDACATO Sulla questione interviene anche lo Snals Scuola: «Non si capisce il senso del rifiuto arrivato da Venezia - dice Milena De Carlo non è questo il modo di trattare la scuola, soprattutto in un territorio difficile e fragile come quello bellunese. Chiediamo con forza agli organi di competenza di rivedere le decisioni assunte per il bene della scuola e della nostra comunità».
Il Gazzettino