PORDENONE - Non solo la quarantena di 14 giorni, ma anche il tampone diagnostico all’arrivo. Una decisione forte, presa in un territorio - quello di Pordenone - stretto tra...
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SICUREZZA
Sino ad oggi, la provincia di Pordenone non è stata toccata da casi di contagi riferiti ai cittadini richiedenti asilo. Ma ora la pressione sulle strutture per l’accoglienza che si trovano in provincia di Udine è aumentata, ed è già avvenuto il primo trasferimento di migranti nel Friuli Occidentale. Dodici persone, per la precisione, che sono immediatamente state sottoposte al test diagnostico. Tutti i tamponi effettuati seguendo il protocollo richiesto dalla Prefettura di Pordenone hanno dato esito negativo. Ma nonostante ciò i migranti sono stati trasferiti in una struttura individuata per la quarantena. La Prefettura ha preferito non indicare l’ubicazione dello stabile, per non allarmare la popolazione a proposito di una situazione che al momento è ampiamente sotto controllo. Si tratta in ogni caso di una struttura già dedicata all’accoglienza dei migranti in provincia di Pordenone e parte del cosiddetto sistema diffuso. I dodici richiedenti asilo testati dovranno rispettare la quarantena di 14 giorni anche se negativi al primo tampone. Successivamente, al termine del periodo di isolamento, saranno nuovamente testati e nel caso di una confermata negatività saranno regolarmente inseriti nel circuito dell’accoglienza in provincia. Prima di quella data, però, la sorveglianza sarà intensificata. Non come all’ex Cavarzerani di Udine, dove è stata istituita ormai da più di una settimana la zona rossa, ma in ogni caso alle forze di polizia è stato chiesto un maggior presidio del luogo scelto dalla Prefettura di Pordenone per l’isolamento dei migranti inviati dalla provincia di Udine. Sono stati sottoposti al test anche i richiedenti asilo bengalesi rintracciati alcuni giorni fa vicino a Morsano al Tagliamento. Anche in quel caso i test hanno dato tutti esito negativo. Il nuovo sistema varato dalla Prefettura ha l’obiettivo di rintracciare con la massima tempestività eventuali casi positivi tra i richiedenti asilo e di mantenere la provincia di Pordenone al sicuro almeno da quel punto di vista. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino