PADOVA - In Veneto, tra gennaio e settembre 2018, primi nove mesi di applicazione del Reddito di inclusione, sono state 24.438 le persone coinvolte, calcolando nel numero anche i...
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I numeri, resi noti dalla Regione su dati Inps, sono stati illustrati oggi, 4 dicembre, dall'Ordine degli Assistenti Sociali del Veneto. «Il Rei ha consentito di fare un bel passo in avanti - ha detto Mirella Zambello, presidente regionale dell'Ordine - il numero dei nuclei familiari beneficiari è quadruplicato, visto che i beneficiari del Sia in Veneto nel 2017 erano 2.537 nuclei per un totale di 10.342 persone. Anche l'assegno medio è salito seppure di poco, passando da un'indennità mensile di 224 euro (nel 2017, 221 nel 2018) per il Sia, a un importo medio mensile di 264,42 euro per il Rei. In più va aggiunto il contributo del Ria, di iniziativa della Regione Veneto, che riguarda altri 1500 beneficiari e coinvolge ora 232 comuni».
I dati riguardanti la povertà assoluta - lo scorso 28 novembre la Regione ha indicato 230mila persone - e quella relativa che, per l'Istat, investe il 6,1% delle famiglie e l'8,2% degli individui, «mettono però in evidenza che c'è ancora molto da fare - ha sottolineato -: anche le cifre dell'Inps ci danno la misura del divario da colmare: nel 2017, in Veneto, gli Isee inferiori ai 6000 euro, uno dei parametri previsti dal Rei, sono stati ben 82.094».
«Ora - ha osservato Zambello- con la prospettata introduzione del reddito di cittadinanza è importante non perdere quanto di buono è stato fatto con il Rei» e valorizzare l'approccio multidisciplinare all'integrazione sociale. Nell'erogazione delle misure di sostegno, per ottenere risultati e potenziare il coinvolgimento e la responsabilizzazione dei beneficiari, occorre mettere a fuoco non solo il nodo dell'occupazione, ma anche le condizioni abitative, relazionali, la presenza in famiglia di figli o componenti fragili. «I destinatari del Ria - ha spiegato Zambello - vanno dai 18 ai 65 anni, si trovano in situazione di difficoltà economica e si rivolgono ai servizi sociali con la richiesta di un intervento di integrazione al reddito. In base alle caratteristiche personali a Verona sono stati avviati due diversi percorsi: i percorsi di sostegno, per le persone che non sono in condizione di accedere al percorso di accompagnamento al lavoro ma, percependo un sostegno sociale al reddito, si impegnano a collaborare a progetti, realtà ed iniziative nell'ambito del mondo del volontariato e di interesse per la collettività; e i percorsi di inserimento, invece, per le persone che dispongono già di alcuni prerequisiti di accesso al lavoro e si impegnano in questa direzione».
I risultati si sono visti anche in termini di inserimento sociale e di rafforzamento della rete: già dalla seconda annualità circa il 20% delle persone inserite hanno chiesto di poter restare nella medesima associazione per proseguire con l'attività di volontariato, in numerosi casi anche senza l'erogazione di un sostegno al reddito. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino