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BELLUNO Un altro focolaio, il quarto del mese, scuote la relativa tranquillità epidemiologica della provincia. Questa volta è accaduto a Belluno. Si tratta di quattro amici, tutti ragazzi, che sabato scorso hanno festeggiato in alcuni locali del centro storico. Il tampone eseguito qualche giorno fa ha dato esito positivo e ora è caccia ai contatti. Cioè alle persone che i 4 potrebbero aver infettato. L’Ulss Dolomiti invita «chi ha frequentato i locali di Belluno nella notte del 17 luglio a sottoporsi al tampone di controllo gratuito e con accesso libero». Oggi sarà attivo quello di Belluno – area San Gervasio dalle 8.30 alle 12.30.
L’ETÀ SI ABBASSA
Sono i giovani, ora, il vettore principale del virus. Il primo focolaio era scoppiato a inizio mese dopo che un gruppo di ventenni con il virus aveva partecipato alla Pedavena cup e girato tra i locali del Feltrino. Poi era scattato l’allarme al centro estivo di Anzù per un’animatrice trovata positiva. Il terzo, invece, era nato a seguito del ritorno in provincia di un gruppo di maestri di sci che avevano partecipato a una selezione in Francia. Infine, il focolaio di questi giorni legato ai festeggiamenti di sabato scorso, su cui la Questura sta svolgendo degli accertamenti per capire se siano svolti o meno in modo regolare. «La situazione epidemiologica nel territorio – spiega la direttrice generale dell’Ulss Dolomiti Maria Grazia Carraro – evidenzia un trend in crescita, seppur contenuto. Ricordo l’importanza dello screening attraverso i tamponi e di prenotare velocemente la vaccinazione anti covid». I bellunesi con il covid sono 148 (di cui 13 emersi ieri). Mentre i pazienti positivi, ricoverati in Malattie infettive a Belluno, sono 4: due giovani con meno di 30 anni e due anziani che ne hanno più di 80.
LE IMMUNIZZAZIONI
Ma rimane una forte resistenza tra i ragazzi (influenzati probabilmente dai genitori). È ciò che emerge dalle vaccinazioni che stanno eseguendo i pediatri di libera scelta. «Per ora l’adesione è deludente – racconta Gianpaolo Risdonne, segretario provinciale della Fimp (Federazione italiana medici pediatri) – Ai genitori dico di prendere coraggio e pensare alla salute dei bambini e della comunità. Quello che si legge online o che dicono i no-vax sono bufale che non hanno alcun riscontro nella realtà». L’effetto “Draghi” si è visto anche tra i più piccoli. Se fino a qualche giorno fa erano i pediatri a chiamare i genitori dei loro pazienti, ora la situazione si è capovolta. Il vaccino Pfizer viene somministrato nell’ambulatorio del medico e poi c’è l’attesa dei 15-20 minuti classici.
LA RASSICURAZIONE
«Il vaccino è sicuro – puntualizza Risdonne – quello contro il covid è come gli altri vaccini. Perché fare l’anti-morbillo e non questo? Rispetto all’anti-cefalite da zecca, ad esempio, ha meno effetti collaterali. Anche l’esavalente, come percentuale di conseguenze immediate-lievi, ha numeri maggiori del vaccino anti-covid». I timori, seppure comprensibili, devono essere superati per arginare i contagi: «Nella prima ondata- conclude Risdonne che è medico di base a Belluno– ho avuto un solo bambino positivo. Nella seconda 68. Nessun caso grave ma se continueremo a non vaccinarci nasceranno varianti più aggressive e non sarà più finita».
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Il Gazzettino