BELLUNO Un altro focolaio, il quarto del mese, scuote la relativa tranquillità epidemiologica della provincia. Questa volta è accaduto a Belluno. Si tratta di quattro amici, tutti ragazzi, che sabato scorso hanno festeggiato in alcuni locali del centro storico.
L’ETÀ SI ABBASSA
Sono i giovani, ora, il vettore principale del virus. Il primo focolaio era scoppiato a inizio mese dopo che un gruppo di ventenni con il virus aveva partecipato alla Pedavena cup e girato tra i locali del Feltrino. Poi era scattato l’allarme al centro estivo di Anzù per un’animatrice trovata positiva. Il terzo, invece, era nato a seguito del ritorno in provincia di un gruppo di maestri di sci che avevano partecipato a una selezione in Francia. Infine, il focolaio di questi giorni legato ai festeggiamenti di sabato scorso, su cui la Questura sta svolgendo degli accertamenti per capire se siano svolti o meno in modo regolare. «La situazione epidemiologica nel territorio – spiega la direttrice generale dell’Ulss Dolomiti Maria Grazia Carraro – evidenzia un trend in crescita, seppur contenuto. Ricordo l’importanza dello screening attraverso i tamponi e di prenotare velocemente la vaccinazione anti covid». I bellunesi con il covid sono 148 (di cui 13 emersi ieri). Mentre i pazienti positivi, ricoverati in Malattie infettive a Belluno, sono 4: due giovani con meno di 30 anni e due anziani che ne hanno più di 80. Negli ultimi giorni si è verificato un aumento del numero di tamponi nei covid point del territorio e di vaccinazioni prenotate. In 3 giorni sono stati polverizzati 1.600 posti. È l’effetto Draghi. Dopo che giovedì sera il premier ha presentato la nuova bozza del decreto, con l’ipotesi del green pass obbligatorio per entrare nella maggior parte dei luoghi chiusi, tanti sono corsi a prenotare il vaccino.
LE IMMUNIZZAZIONI
Ma rimane una forte resistenza tra i ragazzi (influenzati probabilmente dai genitori). È ciò che emerge dalle vaccinazioni che stanno eseguendo i pediatri di libera scelta. «Per ora l’adesione è deludente – racconta Gianpaolo Risdonne, segretario provinciale della Fimp (Federazione italiana medici pediatri) – Ai genitori dico di prendere coraggio e pensare alla salute dei bambini e della comunità. Quello che si legge online o che dicono i no-vax sono bufale che non hanno alcun riscontro nella realtà». L’effetto “Draghi” si è visto anche tra i più piccoli. Se fino a qualche giorno fa erano i pediatri a chiamare i genitori dei loro pazienti, ora la situazione si è capovolta. Il vaccino Pfizer viene somministrato nell’ambulatorio del medico e poi c’è l’attesa dei 15-20 minuti classici.
LA RASSICURAZIONE
«Il vaccino è sicuro – puntualizza Risdonne – quello contro il covid è come gli altri vaccini. Perché fare l’anti-morbillo e non questo? Rispetto all’anti-cefalite da zecca, ad esempio, ha meno effetti collaterali. Anche l’esavalente, come percentuale di conseguenze immediate-lievi, ha numeri maggiori del vaccino anti-covid». I timori, seppure comprensibili, devono essere superati per arginare i contagi: «Nella prima ondata- conclude Risdonne che è medico di base a Belluno– ho avuto un solo bambino positivo. Nella seconda 68. Nessun caso grave ma se continueremo a non vaccinarci nasceranno varianti più aggressive e non sarà più finita».