«Delta del Po, sviluppo a rischio con il ritorno delle trivelle»

Il presidente dell’Ente parco Moreno Gasparini ribadisce il no alla ripresa delle estrazioni in mare

Una piattaforma in Adriatico
PORTO VIRO - Il dibattito sulla ripresa delle trivellazioni in Adriatico continua riempire le pagine dei quotidiani, ma, purtroppo, registra il silenzio delle rappresentanze...

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PORTO VIRO - Il dibattito sulla ripresa delle trivellazioni in Adriatico continua riempire le pagine dei quotidiani, ma, purtroppo, registra il silenzio delle rappresentanze delle categorie produttive e dei sindaci del Polesine, tranne qualcuno. Il problema preoccupa pure la Chiesa la quale, all’inizio dell’estate scorsa si è mossa con i tre vescovi di Chioggia, Rovigo e Ferrara. E Moreno Gasparini, presidente del Parco regionale veneto Delta del Po, o che in passato si era espresso convintamente per il no, torna a parlare. 


«Finalmente stanno emergendo le valutazioni tecniche di cui dobbiamo ringraziare la Regione – afferma Gasparini –. Quello che ora ci viene detto dal polo tecnico-scientifico universitario avvalora quanto da noi sostenuto fin dall’inizio ovvero dall’approvazione del decreto Aiuti Quater, soprattutto dopo le conclusione del gruppo di lavoro per la valutazione preliminare degli aspetti ambientali legati a interventi dui estrazione di gas naturale nell’Alto Adriatico, formato dai docenti dell’Università di Padova Massimo Fabris, Pietro Teatini e Filippo Catani, Luigi Tosi del Cnr, Fabio Pranovi e Gabriele Buffa di Ca’ Foscari, Stefania Tonin e Francesco Musco dello Iuav. Ritengo quanto più consona questa valutazione negativa riguardante le estrazioni di gas metano in Alto Adriatico di fronte al Delta del Po, territorio ricco di risorse umane e naturali, ma fragile. Ribadiamo la nostra ferma contrarietà alle trivelle, non solo come consiglio direttivo dell’Ente Parco, ma pure di tutti gli amministratori locali e i portatori d’interesse». 

POSIZIONE CONTRARIA

Cosa replicare alle richieste di contribuire al fabbisogno energetico nazionale? 
«L’area del Delta del Po ha già un consolidato percorso di sviluppo attraverso quelle che sono le eccellenze dall’agricoltura alla pesca, la balneazione sulle nostre splendide spiagge al turismo lento e di visitazione di un territorio più bello e suggestivo del mondo. Non certo quella prospettiva negativa di estrazioni di gas davanti al nostro Delta che creerebbero nell’immediato un preoccupante incertezza sugli investimenti sul nostro territorio, una sicura battuta d’arresto della visione futura del prodotto turistico a 360 gradi, con una disastrosa subsidenza ormai certificata negli ultimi 60 anni di storia del nostro Polesine. Puntare sulle fonti fossili è ormai anacronistico quando il mondo intero sta guardando e investendo con sempre maggiore attenzione alle fonti rinnovabili. A fronte poi, per assurdo, di poco più del 2 per cento del fabbisogno nazionale». 

RISCHIO IDRAULICO

Quale è quindi la posizione rispetto a possibili trivellazioni per estrarre gas metano di fronte alla modifica in modo permanente dell’assetto del territorio, con la conseguenza dell’incremento di rischio idraulico, di erosione della costa e delle morfologie lagunari, nonché dell’intrusione salina sia negli acquiferi che lungo le foci del Po e dell’Adige? «Rimarcando la valenza dell’espressione scientifica regionale, facendo punto fermo sulle nostre convinzioni, il netto no alle trivellazioni – conclude il presidente Gasparini – il nostro no è frutto di un grande senso di responsabilità e dovere di tutela del territorio, della nostra terra altamente produttiva e ricca di valori umani e sociali, così come la salvaguardia della biodiversità di cui il nostro Delta del Po, unica realtà per le sue specificità in Italia e in Europa, orgogliosamente ufficializzata e riconosciuta dall’Unesco, non deve diventare terra di conquista ma bensì un territorio che deve essere vissuto dalle future generazioni e non sfruttato e sprofondato nel nulla».

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Il Gazzettino