PORTO TOLLE - È stata approvata all'unanimità durante l'ultimo consiglio comunale di Porto Tolle la variante numero sei al Piano degli interventi nata per...
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«Abbiamo fatto un'analisi del territorio tenendo conto degli ambiti di urbanizzazione consolidata e diffusa, nonché di aree potenzialmente edificabili, del vincolo paesaggistico, così come degli allevamenti preesistenti e le aree con colture biologiche. L'input dell'amministrazione era di fare l'impossibile per limitare al massimo e questo è quello che siamo riusciti a fare. La variante cerca di tutelare le peculiarità che non sono degli industriali andando a privilegiare gli agricoltori veri». Al consigliere Giacomo Bovolenta che chiedeva come mai alcune zone come l'Isola di Polesine Camerini e quella di Ca' Venier fossero completamente inedificabili e altre no il professionista ha poi rimarcato: «Questa variante non vieta in maniera assoluta gli allevamenti, non lo può vietare perché si incorrerebbe nello stesso errore benevolo fatto con quella precedente, ma più del 70 per cento del territorio risulta inedificabile. L'input dell'amministrazione era trovare tutti i presupposti giuridici per trasformare tutto il territorio inedificabile, non ci siamo riusciti ed è colpa nostra». A motivare ulteriormente il lavoro fatto anche l'assessore Crepaldi: «Bisogna considerare che le aree lasciate libere sono isolate e ben distanti dai centri abitati, ma proprio per questo sono dotate di poche infrastrutture e questo elemento non è da sottovalutare per questo tipo di allevamenti che in questo modo potrebbero essere meno interessati ad insediarsi».
Anna Nani Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino