La villetta della famiglia sinti: cavi sotterrati e il trucco per prendere l'energia gratis

La villetta della famiglia sinti: cavi sotterrati e il trucco per prendere l'energia gratis
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PORDENONE - Il sospetto che la villetta di una famiglia sinti, in via Matteotti a Villotta di Chions, fosse allacciata abusivamente alla rete E-Distribuzione, aveva spinto i carabinieri della stazione di Azzano Decimo a chiedere all'Enel se poteva mettere a disposizione i suoi operai per fare un sopralluogo. Era l'agosto del 2017. La lettura del contatore dell'abitazione riportava un dato anomalo, incompatibile con i consumi di una famiglia composta da sei persone. Scavando in prossimità dell'allacciamento, erano stati ritrovati due cavi: quello ufficiale era collegato al contatore, quello abusivo riceveva energia elettrica direttamente dalla rete di distribuzione dell'Enel, ma era collegato all'abitazione attraverso un quadro elettrico che non permetteva di rilevare i consumi e quantificare i costi.  Che cosa alimentasse quel cavo non è stato possibile stabilirlo al processo che ha visto i coniugi Rebecca Braidich, 43 anni, e Mirko Hudorovich (52) difendersi dall'accusa di furto aggravato di energia elettrica. Secondo l'accusa, attraverso l'allacciamento abusivo sarebbero stati sottratti tra l'agosto 2012 e l'agosto 2017 circa 4.600 euro di energia elettrica. Ieri Hudorovich, difeso dall'avvocato Francesca Palugan, non ha saputo dare spiegazioni sull'allacciamento. Lui in quel periodo era a Roma e la casa è stata acquistata così dalla moglie. Le bollette anomale? Sarebbe dipeso dal fatto che spesso in casa non c'era nessuno oppure erano ospitati altri parenti che facevano lievitare i consumi. Il giudice Iuri De Biasi lo ha assolto per non aver commesso il fatto, mentre ha condannato a 8 mesi e 300 euro di multa (pena sospesa) la moglie, difesa dall'avvocato Manola Bortolin.
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Il Gazzettino