PORDENONE - Il decreto sicurezza rischia di far tornare i bivacchi e gli sbandati in città dopo un perido nin cui Pordenone è tornara alla normalità...
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I RISCHI
«Questi saranno quindi trasferiti nei centri di accoglienza ordinari, dove attenderanno le decisioni sulle loro domande senza svolgere particolari attività o corsi. Il rischio concreto, tuttavia, è che questi immigrati, senza alcune prospettiva e senza la possibilità di essere rimpatriati (al momento mancano gli accordi bilaterali con gli stati di provenienza, chiosa Loperfido), non soltanto tornino a bivaccare per la città ma che scelgano strade che portano alla delinquenza. «Non avendo sbocchi lavorativi alcuni – sottolinea l’assessore comunale - il rischio è che si possano riversare sul terreno della malavita. Insomma che si dedichino alle attività dello spaccio di sostanze stupefacenti, fenomeno che in città stiamo cercando di controllare e di arginare. Se non godono di alcun riconoscimento, devono essere espulsi dal territorio nazionale. Punto e basta. Altrimenti diventeranno una vera e propria bomba ad orologeria. Sarebbe molto utile un filtraggio all’ingresso del Paese. Accelerando così le pratiche di riconoscimento dello status di rifugiato o meno». Nonostante a Pordenone i numeri parlino di una diminuzione netta e costante di migranti, sia di quelli ospitati nelle strutture sia di quelli in arrivo - dietro alla netta diminuzione registrata in città non ci sarebbe tanto la mano della politica perseguita dall’amministrazione o dal vicepresidente Salvini, quanto la scelta consapevole dei richiedenti asilo di evitare la burocrazia imposta negli uffici della Destra Tagliamento – il pericolo di un’inversione di tendenza potrebbe essere dietro l’angolo. Il decreto si occupa anche di introdurre una serie di nuove norme in materia di sicurezza che vanno più o meno tutte nel senso di aumentare i poteri a sindaci, prefetti e questori in materia di decoro urbano e tutela dell’ordine pubblico. «Ad esempio - connclude Loperfido - il decreto ampia il cosiddetto daspo urbano, che permette a sindaco e prefetto di multare e allontanare da alcune zone della città persone che mettono a rischio la salute dei cittadini o il decoro urbano». A Pordenone dal 31 dicembre 2017 di provvedimenti ne sono stati già emessi 25.
Alberto Comisso Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino