PORDENONE La rivoluzione avrà una data tonda: 2020. E la direzione è ormai segnata. Anche a Pordenone, dopo che da mesi se ne sta parlando a Udine e dopo che...
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I DETTAGLI
Sì, perché la raccolta porta a porta dei rifiuti sarà a tutti gli effetti una rivoluzione. Niente più viaggi verso i cassonetti, una differenziata praticamente obbligata e “spinta”, nonché l’intensificazione della lotta ai “furbetti”. Ognuno, per poter veder smaltito il proprio rifiuto domestico, dovrà mettere fuori dalla porta di casa il materiale indicato per il giorno in questione dal calendario fornito dalla ditta che gestirà il servizio. Non ci potrà più essere il “turismo” del rifiuto, che spesso va a peggiorare soprattutto lo stato di degrado dei quartieri, più che del centro storico. La rivoluzione sarà più sentita in periferia anche per un altro motivo: in centro, di fatto, esiste già un sistema di raccolta misto, a metà tra il porta a porta e la raccolta che si effettua raggiungendo punti fissi sul territorio, mentre nei quartieri si è rimasti ancora all’antico, con i cassonetti a bordo strada. «Da tempo pensiamo al porta a porta - ha detto l’assessore pordenonese Stefania Boltin - ma adesso Gea sta terminando lo studio di fattibilità. Arrivare al servizio il prossimo anno è un obiettivo verosimile».
GLI OBIETTIVI
La raccolta porta a porta punta a ridurre il fenomeno degli abbandoni selvaggi di rifiuti, ma anche ad aumentare la quota di raccolta differenziata. Nel frattempo però il Comune sta pensando anche a come gestire in maniera più virtuosa la quota di rifiuto secco non riciclabile. Si sta parlando della nuova discarica di Cordenons, che una volta ultimata potrà accogliere rifiuti provenienti dal Friuli Venezia Giulia ma anche da fuori regione. Il rifiuto secco pordenonese potrebbe finire a Cordenons, cioè a pochi chilometri di distanza dal punto in cui il rifiuto è stato prodotto.
Marco Agrusti
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Il Gazzettino