PORDENONE - A volte i richiedenti asilo non pagano non perché vogliano deliberatamente salire a bordo di un autobus contravvenendo alle regole, ma - spiegano...
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I COMPORTAMENTI
Pizzicati, alcuni hanno reagito spiegando di non essere a conoscenza dell’obbligatorietà del ticket. Altri, invece, hanno addotto come motivazione proprio il fatto di essere cittadini richiedenti protezione internazionale, e quindi a loro parere esentati dal pagamento del biglietto per il trasporto pubblico locale. Pochi, fortunatamente, i casi in cui si è arrivati agli insulti e allo scontro verbale con i controllori. In ogni caso sono state staccate le multe.
L’AZIENDA
A parlare, per l’Atap, è il suo numero uno Narciso Gaspardo. «Il mancato pagamento del biglietto - ha spiegato - è grave in tutti i casi, ma bisogna fare delle distinzioni. Quando ricomincerà l’anno scolastico, ad esempio, mostreremo una certa flessibilità nei confronti di chi, come gli studenti, dimostrerà di avere almeno una foto del proprio abbonamento e di aver dimenticato a casa la copia cartacea. In quel caso non scatterà immediatamente la multa. In tutti gli altri casi, invece, anche se non si conoscono le regole in vigore, ci sarà la cosiddetta tolleranza zero. Il biglietto dei mezzi pubblici si deve pagare, non ci sono altre soluzioni».
Marco Agrust Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino