PASIANO - Dieci minuti di video a firma “Le Iene”, andati in onda su Italia Uno domenica sera. La storia di un cittadino albanese residente a Pasiano di...
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Successivamente, una complice delle Iene ha testato per una seconda volta il metodo del presunto guaritore. Il video mostra palpeggiamenti e atteggiamenti spinti da parte del pasianese, dopodiché la troupe televisiva entra nello studio e inizia a tempestare di domande Ilia.
LA DIFESA
Ieri Ilia - nato nel 1970 a Durazzo ma residente a Pasiano - appariva tranquillo. Contattato, ha innanzitutto voluto premettere un fatto: «Sto continuando la mia attività e la continuerò». Poi, entrando nel vivo delle accusa che gli sono state mosse dalla giovane protagonista del servizio delle Iene, ha detto con fermezza: «Non ho mai chiesto prestazioni sessuali per guarire le malattie». Nella telefonata tra il “santone” e la “paziente” mandata in onda su Italia Uno, si sentiva chiaramente parlare di «rituale tantrico» e di «magia sessuale», pratiche necessarie a scacciare il male. «Quando parlavo di energia sessuale - ha replicato ieri Ilia - non mi riferivo assolutamente a qualcosa di pratico o di operativo. Parlavo di alchimia, di desideri, non di pratiche sessuali tra me e una persona che mi contatta per affrontare le proprie difficoltà». Il pasianese ha affermato di svolgere le sedute «da due anni», e di muoversi «a chiamata». Ma ha respinto qualsiasi accusa: «Quando qualcuno mi dà dei soldi per i trattamenti - ha detto - lo fa sotto forma di donazione. È uno scambio». E ancora: «Non ho mai detto di essere in grado di curare il cancro. Io tramite il massaggio e la cura del corpo penso di poter ridurre i tempi necessari al recupero dalla malattia, ma non di guarirla».
CONTRADDIZIONI
Nel video delle Iene, però, si sente il “santone” pasianese promettere a una giovane di «trasformare il tumore in una cisti». «Chi ha montato il programma televisivo - ha concluso Ilia - non ha comunicato la verità. Sono state impiegate delle attrici, non ho mai chiesto sesso e mi riservo di tutelarmi nelle sedi opportune». La stessa cosa che potrebbero fare, per altri motivi, alcune delle sue “pazienti”.
Marco Agrusti Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino