PORDENONE - Dopo la Catina, un altro locale pubblico pordenonese finisce vittima della lotta all'abusivismo edilizio. L'ordinanza di demolizione ha colpito infatti...
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In quell'occasione, in assenza delle verifiche strutturali di legge, era stata emanata un'ordinanza che vietava l'utilizzo di tutta una serie di manufatti che si trovano nelle pertinenze del fabbricato, fra i quali un ampliamento del portico preesistente, una pompeiana, due casette in legno e un deposito di attrezzi. In seguito, una parte dei manufatti, compresa la pompeiana, era stato demolito, mentre per le altre parti la regolarizzazione delle opere abusive era resa impossibile dall'esistenza di una procedura di esecuzione immobiliare.
Nel novembre del 2018, la relazione tecnica del Comune ha stabilito che quasi tutte le opere erano state realizzate in assenza delle necessarie autorizzazioni, ossia del permesso di costruire, della Segnalazione certificata di inizio attività (Scia) e della comunicazione di inizio lavori al Comune.
Nel frattempo, è stata estinta anche la procedura di esecuzione immobiliare, e dunque la proprietà e gli affittuari dell'immobile hanno comunicato l'intenzione di procedere alla demolizione delle restanti opere abusive, con l'eccezione naturalmente di quelle per le quali non sono emerse irregolarità.
L'ATTOPreso atto di questa volontà, gli uffici comunali competenti hanno quindi emanato l'ordinanza che stabilisce i termini dell'intervento, ordinando ai due soggetti e anche alla ditta esecutrice delle opere di provvedere entro 90 giorni alla demolizione delle opere realizzate in quell'area, ossia tre gazebo, tre tettorie aperte lateralmente, una casetta in legno, un container in metallo e un deposito per attrezzi in lamiera.
Il provvedimento è immediatamente eseguibile ed è effettivo.
Lara Zani Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino