È già emergenza in ospedale, non ci sono più posti letto liberi

Ospedale in difficoltà, non ci sono posti letto liberi
PORDENONE  - Emergenza in ospedale: non ci sono più posti letto liberi. Nel mese di ottobre nell’ospedale di Pordenone ci sono stati quasi sempre tra i venti e i...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
PORDENONE  - Emergenza in ospedale: non ci sono più posti letto liberi. Nel mese di ottobre nell’ospedale di Pordenone ci sono stati quasi sempre tra i venti e i venticinque pazienti - a rotazione - fuori reparto. L’insufficienza di posti letto in alcuni ambiti (negli ultimi anni il problema si è intensificato anno dopo anno, acutizzandosi nel periodo invernale a causa dei maggiori ricoveri) costringe l’organizzazione ospedaliera a spostare ricoverati di un reparto in altri reparti dove “avanza” qualche posto letto. Una situazione che causa enormi disagi. In particolare per i pazienti che devono “traslocare” di reparto magari in piani diversi della struttura ospedaliera, ma soprattutto per i medici e gli infermieri che si vedono costretti a rincorrere fuori reparto i pazienti che hanno in cura.  Le situazioni più pesanti hanno toccato in modo particolare i reparti della Medicina (dove la situazione a sentire gli operatori è insostenibile anche a causa di una ormai “cronica” carenza di personale medico e infermieristico) e della Pneumologia. L’emergenza rispetto alla mancanza di posti letto quest’anno è arrivata con qualche anticipo rispetto al passato. Gli scorsi anni difficilmente tra settembre e ottobre nei reparti veniva registrato un numero così elevato di persone fuori reparto. Solitamente il problema scoppiava tra dicembre e gennaio in concomitanza con il picco di influenza stagionale. Un periodo in cui si ha un’impennata nei pronto soccorso - e di conseguenza nei reparti - di ricoveri di persone per lo più anziane e di pazienti con patologie croniche alle prese con complicanze dell’influenza stagionale.

PREOCCUPAZIONE

È l’incremento dei ricoveri che quest’anno pare anticipato rispetto al passato - ma soprattutto rispetto al culmine del periodo di picco influenzale che solitamente di verifica verso fine anno - che sta preoccupando gli operatori. “Se già oggi siamo a questi livelli - è il timore che si registra - quale potrà essere la situazione di emergenza a dicembre e a gennaio, quando sicuramente avremo molti più pazienti anziani e soggetti cardiopatici alle prese con le conseguenze dell’influenza?”. Sindrome influenzale che quest’anno si annuncia particolarmente virulenta. Le stesse preoccupazioni riguardano anche il pronto soccorso dove ormai si arriva a sei, otto ore di attesa per i codici non alti. Un problema, quello dell’insufficienza di posti letto che nasce da lontano (complici anche le chiusure degli ospedali di Sacile e Maniago, senza potenziare Pordenone) e che secondo alcuni riguarderà anche in futuro il nuovo ospedale. «Che sarà - secondo Francesco Di Nunzio, delegato regionale del sindacato dei medici Cimo - sottodimensionato rispetto alle esigenze provinciali. La situazione legata ai pazienti fuori reparto peggiora anno dopo anno. Dalla chiusura delle Medicine e del pronto soccorso di Sacile in particolare la situazione si è aggravata». Ma c’è un possibile rimedio? Il sindacato dei medici una ricetta prova a suggerirla: «Serve il coraggio di ripristinare le Medicine a Sacile e a Maniago con una settantina di posti letto. Si risolverebbe così il problema di Pordenone, evitando anche la fuga di pazienti verso il Veneto che è lievitata dopo che Sacile è stato “svuotato”. Mentre il Veneto potenzia tutti gli ospedali di confine per attrarre pazienti dal Friuli a scapito delle nostre casse regionali». Una proposta che però difficilmente si concilia con le nuove linee della sanità regionale: investire di più sui distretti dei territori e meno negli ospedali.
D.L. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino