PORDENONE - Emergenza in ospedale: non ci sono più posti letto liberi. Nel mese di ottobre nell’ospedale di Pordenone ci sono stati quasi sempre tra i venti e i...
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PREOCCUPAZIONE
È l’incremento dei ricoveri che quest’anno pare anticipato rispetto al passato - ma soprattutto rispetto al culmine del periodo di picco influenzale che solitamente di verifica verso fine anno - che sta preoccupando gli operatori. “Se già oggi siamo a questi livelli - è il timore che si registra - quale potrà essere la situazione di emergenza a dicembre e a gennaio, quando sicuramente avremo molti più pazienti anziani e soggetti cardiopatici alle prese con le conseguenze dell’influenza?”. Sindrome influenzale che quest’anno si annuncia particolarmente virulenta. Le stesse preoccupazioni riguardano anche il pronto soccorso dove ormai si arriva a sei, otto ore di attesa per i codici non alti. Un problema, quello dell’insufficienza di posti letto che nasce da lontano (complici anche le chiusure degli ospedali di Sacile e Maniago, senza potenziare Pordenone) e che secondo alcuni riguarderà anche in futuro il nuovo ospedale. «Che sarà - secondo Francesco Di Nunzio, delegato regionale del sindacato dei medici Cimo - sottodimensionato rispetto alle esigenze provinciali. La situazione legata ai pazienti fuori reparto peggiora anno dopo anno. Dalla chiusura delle Medicine e del pronto soccorso di Sacile in particolare la situazione si è aggravata». Ma c’è un possibile rimedio? Il sindacato dei medici una ricetta prova a suggerirla: «Serve il coraggio di ripristinare le Medicine a Sacile e a Maniago con una settantina di posti letto. Si risolverebbe così il problema di Pordenone, evitando anche la fuga di pazienti verso il Veneto che è lievitata dopo che Sacile è stato “svuotato”. Mentre il Veneto potenzia tutti gli ospedali di confine per attrarre pazienti dal Friuli a scapito delle nostre casse regionali». Una proposta che però difficilmente si concilia con le nuove linee della sanità regionale: investire di più sui distretti dei territori e meno negli ospedali.
D.L. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino