PORDENONE - La lite finita a coltellate di una settimana fa, andata in scena tra via Fratelli Bandiera e piazza Risorgimento, ha riacceso la spia sul cruscotto. Il decreto...
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LA MAPPA
Simone Polesello, leader locale della Lega, analizza anche quali sono le zone della città che sentono maggiormente il problema: «L’area di viale Marconi - spiega -, ma anche il dedalo di vie attorno a piazza Risorgimento, ecco dove intervenire. Grazie al nuovo decreto si potrà capire meglio quali siano le attività svolte dietro al bancone e sarà possibile prevenire e contrastare eventuali pratiche illecite sotto qualsiasi punto di vista». La lente d’ingrandimento sarà posizionata sui negozi etnici non solo nelle ore serali, quando aumenta il rischio che si verifichino risse o episodi di violenza in generale, ma anche durante il giorno, per verificare che tutte le norme legate al commercio - soprattutto di alimenti - e al lavoro siano effettivamente rispettate. In campo ci saranno anche gli uomini della polizia locale, mentre è garantita la regia di Prefettura e Questura, istituzioni già attive su questo fronte. La costellazione di negozi etnici pordenonesi comprende ad esempio le macellerie di carne halal, gestite da cittadini musulmani che seguono le regole islamiche di macellazione, i vari venditori di kebab ma anche i negozi gestiti dai tanti titolari di nazionalità cinese che nel tempo hanno investito rilevando bar e piccoli ristoranti dai vecchi proprietari italiani. La parola d’ordine sarà univoca: legalità. E la tolleranza zero sarà il filo che guiderà il Comune verso l’obiettivo.
Marco Agrusti Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino