Una lettera anonima, con tanto di ritagli di giornale, puntava il dito contro Roberto Leandro Ramijak, 35 anni, argentino che risiede a Tricesimo. L'anonimo insinuava che...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Secondo la difesa, Ramijak è vittima di una vendetta. L'anonimo autore della lettera lo ha denunciato un anno dopo le rapine. Nessun testimone ha riconosciuto il 35enne e le perquisizioni domiciliari a cui è stato sottoposto non hanno consentito di raccogliere alcune elemento di prova. Contro di lui c'erano soltanto i sospetti emersi visionando i tabulati telefonici: in tutti e tre gli episodi contestati il suo telefonino agganciava le celle della zona. Indizi che al processo si sono sgretolati per due ragioni: Ramijak ogni giorno viene a Pordenone in auto per motivi di lavoro, assieme alla convivente, che lavora in centro; all'epoca aveva un'utenza Wind, gestore che nel 2016 in provincia di Pordenone aveva soltanto una decina di antenne, pertanto ogni ripetitore aveva un raggio molto vasto di copertura, impossibile pertanto stabilire con precisione dove l'utente si trovasse al momento dei colpi. Da qui l'assoluzione piena pronunciata dal gup.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino