PORDENONE - Ha l’aria di un ragazzo come tanti, stesse passioni, musica e serie tv, tra tutte Lucifer, ciuffo ribelle, felpa nera con il cappuccio, non va...
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I CINESI
“I cinesi si piazzano sempre ai primi posti, sono loro i più bravi”, afferma, perché oramai la sfida è tutta online, perciò si misura non solo con coetanei, ma anche con universitari, pronti a trovare soluzioni a problemi complessi. L’informatica l’ha appresa tra i laboratori della scuola, dove vengono insegnati i linguaggi di programmazione, ma prosegue con uno studio personale, in cui è lui stesso il coach. Bortolin è conosciuto a livello nazionale e internazionale, ma anche nella galassia virtuale dove gli informatici del mondo intero si misurano a suon di sfide complesse. L’informatica è di casa, anche il fratello, Simone Bortolin, ex kennediano ha questa passione che con studio porta avanti alla Facoltà di Ingegneria informatica a Padova. Alessandro conquista il bronzo nelle olimpiadi nazionali a squadre, l’oro a livello individuale, la medaglia d’argento al master informatico a Bucarest, la medaglia d’oro all’Info one cup online nelle competizioni in cui sono coinvolti i giovani dell’Europa dell’est. Alle olimpiadi internazionali a Volterra si distingue e guadagna la medaglia di bronzo in Azerbaigian in rappresentanza dell’Italia, poi il bronzo alla finale a squadre nazionali di Bologna. In Grecia, alle olimpiadi dei Balcani, disputate la scorsa settimana si aggiudica la medaglia di bronzo, mentre il più grande risultato è quello di primo assoluto alle gare nazionali.
IL RAGAZZO DI SEMPRE
Eppure, Bortolin resta il ragazzo di sempre che all’occorrenza spiega ai compagni se qualcosa a loro sfugge. Diverse aziende del territorio avranno gli occhi già puntati sul giovane, ma al momento anche se non ha ancora preso una decisione, pensa di tentare la strada della Scuola superiore di Udine in cui entrano solo otto studenti all’anno grazie ad un durissimo test di selezione. Sarebbe solo il primo passo perché il sogno è di quelli galattici. “Vorrei lavorare – dice – agli Studi della Google a Londra , un ambiente vivace e stimolante che ho avuto modo di conoscere da vicino quest’anno”. I presupposti ci sono tutti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino