L'imprenditore con fatturato milionario che voleva il reddito di cittadinanza

L'imprenditore con fatturato milionario che voleva il reddito di cittadinanza
PORDENONE - La sua azienda aveva effettuato, solo negli ultimi sei mesi, vendite on-line di auto, tramite siti specializzati, per oltre 1,5 milioni di euro, ma lui stava per...

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PORDENONE - La sua azienda aveva effettuato, solo negli ultimi sei mesi, vendite on-line di auto, tramite siti specializzati, per oltre 1,5 milioni di euro, ma lui stava per chiedere il reddito di cittadinanza. È quanto è emerso nell'ambito dell'indagine "Cars lifting" condotta dalla Guardia di Finanza di Pordenone e dalla Polizia stradale di Udine, che ha portato alla luce un'evasione fiscale milionaria e una truffa ai danni di 835 persone in 18 regioni, attraverso la vendita online di auto di lusso.


L'inoltro della richiesta del sussidio, che aveva già predisposto, gli è stato impedito dal blitz della Gdf, che giovedì ha smantellato l'organizzazione che operava a livello nazionale. Le Fiamme Gialle hanno emesso cinque provvedimenti restrittivi della libertà personale, tra cui l'obbligo di dimora nei confronti dell'imprenditore, la cui sede operativa era a Gruaro (Venezia). L'uomo è una delle persone interrogate oggi dal Gip e dal Procuratore aggiunto di Udine, Claudia Danelon; è titolare dell'ultima azienda utilizzata dal sodalizio criminale per la vendita e immatricolazione fraudolenta di veicoli di lusso. Nel corso delle indagini è dunque emerso che, pochi giorni prima dell'emissione del provvedimento di obbligo di dimora nel comune di residenza, l'imprenditore stava pianificando di richiedere il reddito di cittadinanza, ipotizzando di averne i requisiti.

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GLI INTERROGATORI PER LA MAXI TRUFFA

Sono in programma oggi, in Procura a Udine, gli interrogatori da parte del Gip di due indagati nell'ambito dell'operazione "Cars lifting", condotta dalla Guardia di Finanza di Pordenone e dalla Polizia stradale di Udine, che ha portato alla luce un'evasione fiscale milionaria e una truffa ai danni di 835 persone in 18 regioni attraverso la vendita di auto di lusso. Nei loro confronti sono stati emessi provvedimenti restrittivi della libertà personale: si tratta dell'obbligo di dimora nel comune di residenza. Per i restanti tre indagati, che sono in stato di arresto, hanno provveduto all'interrogatorio i Gip territorialmente competenti per il luogo di detenzione. Agli interrogatori partecipa anche il Procuratore aggiunto di Udine, Claudia Danelon, che ha diretto le indagini e richiesto l'emissione dei provvedimenti. Sono ancora in corso da parte della Guardia di Finanza di Pordenone, anche con l'ausilio del personale interforze appartenente al Centro di Cooperazione Internazionale di Thorl Maglern, i provvedimenti di sequestro dei beni degli indagati in Germania, Austria e Slovenia, esperibili mediante strumenti di cooperazione internazionale.
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Il Gazzettino