PORDENONE - Lotta alla droga nelle scuole, dopo l’operazione portata a termine mercoledì mattina dalla Questura, si riapre il fronte relativo allo spaccio e al...
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LA RIVELAZIONE
«Sono testimone - spiega Polmonari - di un comportamento che si va via via diffondendo nelle nostre scuole: dopo gli annunci della Questura e gli inviti arrivati nelle classi in seguito agli incontri, gli stessi studenti hanno preso coscienza del problema e in più casi hanno segnalato, in forma anonima, alcuni loro compagni di classe dediti allo spaccio di stupefacenti o semplicemente al consumo smodato». La stessa solerzia era stata chiesta ai dirigenti scolastici, prime sentinelle del disagio giovanile e allo stesso tempo interlocutori privilegiati nei confronti delle forze dell’ordine. Ma a sorprendere è soprattutto il fatto che siano i ragazzi stessi a farsi portavoce di un problema che sta interessando tutti gli istituti scolastici del Pordenonese: la droga, ha detto il questore Marco Odorisio, è diffusa sin dall’età adolescenziale, quindi prima che gli studenti affrontino gli ultimi anni della scuola secondaria. E ora proprio i protagonisti della vita quotidiana vissutra le mura della scuola sono le prime sentinelle. «La nostra linea è questa - ha ribadito Polmonari -: vogliamo che tutte le componenti del mondo scolastico siano coinvolte nella lotta all’abuso di droga». I casi relativi alla segnalazione da parte degli stessi studenti di altri alunni “a rischio” si stanno moltiplicando, sia a Pordenone che negli istituti dell’hinterland. «Dovranno essere sempre di più - ha aggiunto Polmonari - perché pensiamo che questa sia la strada giusta».
«La Questura - ha detto il vertice regionale dell’Associazione presidi, Teresa Tassan Viol - si era giustamente lamentata della scarsa collaborazione ricevuta dalle scuole in passato. Ora le cose stanno cambiando anche se - ammonisce - noi dirigenti scolastici non possiamo effettuare analisi del capello o perquisizioni. È fondamentale la collaborazione attiva e giornaliera con le forze dell’ordine».
LA MAPPA
Nella maggior parte dei casi, lo spaccio non avviene a scuola, ma nelle immediate vicinanze. Per questo gli uomini della Questura sono impegnati nel pattugliamento delle strade e dei marciapiedi che circondano gli edifici scolastici della città e della provincia. Sotto osservazione ci sono in primis i parchi cittadini, sorvegliati di giorno e di sera sia dalle squadre della polizia locale che dal personale della Questura. Un occhio di riguardo anche al centro studi, che nel recente passato è finito nell’occhio del ciclone sia per la commistione tra studenti di diversi cicli scolastici che per il consumo - accertato - di droga da parte dei ragazzi più grandi. I controlli avvengono sempre in modo discreto, senza turbare l’ordine pubblico. È però fondamentale la collaborazione degli insegnanti, dei dirigenti scolastici e in ultima istanza anche degli stessi studenti.
Marco Agrusti Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino