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PORDENONE - L’occasione è di quelle grosse, da non perdere. L’argomento, che sembra troppo tecnico per essere compreso da chi non lavora tutti i giorni davanti al computer di un Municipio, è in realtà a portata di cittadino. Anzi, la rivoluzione sarà soprattutto per il cittadino. E porterà il Comune di Pordenone non tanto nel futuro (sarebbe esagerato) ma quantomeno nel presente, dal momento che ormai la diffusione dei servizi a distanza è diventata l’architrave di una buona amministrazione. Il “bacino” è sempre quello del Piano nazionale di ripresa e resilienza e il bando è stato presentato martedì al sindaco Alessandro Ciriani e all’assessore Cristina Amirante. I soldi, se il Comune li otterrà dopo le consuete procedure per i finanziamenti europei post-pandemia, serviranno banalmente a questo: trasferire i servizi per il cittadino online. Magari anche tramite delle applicazioni da scaricare sul cellulare. Addio alle code in Municipio, quindi. Almeno per chi lo desidererà.
I DETTAGLI
Il bando scade il 22 luglio di quest’anno, quindi bisogna sbrigarsi.
L’OPERAZIONE
I bandi del Pnrr non sono semplici da interpretare e inoltre sono multipli, cioè contengono diverse sezioni da intercettare e comprendere. Ma il Comune parteciperà per mettere il turbo sul fronte della digitalizzazione. «La partecipazione a questo tipo di bando - ha spiegato l’assessore Cristina Amirante - consentirebbe ai cittadini di presentare moltissime richieste al Comune senza doversi spostare, utilizzando solamente il suo telefono cellulare. Ma non c’è solo questo, all’interno del “concorso” per ottenere i fondi europei per la digitalizzazione della pubblica amministrazione. Una seconda sezione del bando - spiega sempre l’assessore Amirante - è dedicata infatti alla creazione di una struttura informatica che permetterebbe ai sistemi di sorveglianza sparsi per la città di dialogare in tempo reale con un “cervello” centrale nelle stanze della polizia locale». Il sistema funzionerebbe più o meno così: la rete di sensori che governano ad esempio i varchi della zona a traffico limitato sarebbe immediatamente connessa al sistema di gestione centrale. In questo modo l’operatore “umano” sarebbe in grado di riconoscere in tempo praticamente reale un’infrazione del codice della strada oppure un accesso se Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino