PORDENONE - Cambiare sesso non è più un tabù: resta una pratica lunga da seguire, a volte dolorosa e sicuramente figlia di un conflitto personale...
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Tra avvocati alle prese con le pratiche legali necessarie ad intraprendere il percorso e gli specialisti dell'Aied (Associazione italiana per l'educazione demografica) a ricevere le prime istanze degli interessati, anche nella Destra Tagliamento si registra un aumento dei casi relativi a persone intenzionate a cambiare la propria identità sessuale. Tra liste d'attesa e istanze di prossima risoluzione, infatti, si contano in provincia almeno una dozzina di casi. C'è però un altro fenomeno da tenere sotto controllo: ai centri d'ascolto pordenonesi, infatti, si rivolgono anche persone dal vicino Veneto, facendo lievitare i numeri. In generale, pensando a qualche anno fa, si tratta di richieste più che raddoppiate. E per una provincia tutto sommato piccola, come quella pordenonese, i dodici casi, sono effettivamente tanti. Ma quel è l'identikit sul territorio di chi sta per sottoporsi a questa drastica decisione? Intanto c'è da sfatare un altro stereotipo: chi cambia l'identità sessuale nella stragrande maggioranza dei casi non c'entra assolutamente nulla con il mondo della prostituzione.
Anzi, nel Friuli Occidentale si va dall'avvocato all'idraulico passando per professionisti, impiegati, titolari di imprese individuali e operai. Impeccabili lavoratori e lavoratrici (ci sono anche donne che vogliono diventare uomini) che nel corpo donato dalla natura non sono più a loro agio e che scelgono di sottoporre mente e fisico ad un lungo periodo di ri - accettazione di sè stessi.
Il Gazzettino