PORDENONE - Badanti, non è più un lavoro solo per straniere. C’è chi aveva definito i giovani choosy, letteralmente schizzinosi. Le parole di Elsa...
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NUOVI ORIZZONTI
Rebecca ha meno di trent’anni. Studia all’università e abita ad Azzano Decimo. Una ragazza come tante. Ha deciso di mettere un annuncio sul sito dedicato alle offerte di lavoro. Vuole aiutare gli anziani, offrire la propria buona volontà. «L’ho fatto - racconta - perché non volevo dipendere dai miei genitori. Essendo una generazione molto avvantaggiata rispetto a quella dei nostri genitori, molti ragazzi tendono a disprezzare alcuni lavori». Invece lei propone faccende domestiche, cucina, commissioni varie. «Non lo considero come un lavoro più duro di altri - va avanti - di andare a in bar faticare in un bar». La realtà è che come Rebecca ce ne sono tante altre. C’è Silvia, 21enne di Porcia, che offre la sua disponibilità per trascorrere del tempo con gli anziani, svolgendo piccole mansioni domestiche, assistendo la persona durante i pasti e curando l’igiene personale, l’alzata e la rimessa a letto, oltre a svolgere piccole commissioni. E ancora Ilaria, che come referenza porta l’assistenza prestata a un parente.
Si tratta di ventenni, al massimo trentenni, pronte a sfidare il mercato magari per pagarsi gli studi o per uscire di casa e iniziare una vita indipendente, lontana dagli stereotipi. E nell’epoca della disoccupazione giovanile e dei giovani “bamboccioni” è già una notizia: c’è una fetta di popolazione giovanile, composta soprattutto da ragazze che non si scandalizzano di fronte alla possibilità di assistere 24 ore su 24 un anziano, ed anzi vedono nel mestiere appena citato un’opportunità, che anzi vede nell’assistenza una via d’uscita dalla disoccupazione giovanile.
DIFFERENZE
Le pordenonesi più audaci si propongono per l’assistenza 24 ore su 24, ma la maggior parte delle ragazze della provincia che si iscrive al sito di annunci non vuole trascorrere anche le ore notturne con le persone di una certa età. Il lavoro che va per la maggiore, oggi, è quello che prevede sì un impegno prolungato al fianco delle persone sole e al di sopra degli 80 anni, ma che allo stesso tempo consenta di trascorrere diverse ore lontano dalla professione. In poche parole, c’è sì la tendenza ad accettare anche un lavoro in grado di logorare sia la pazienza che il fisico, ma con alcune riserve. Il dato però rimane uno solo: il boom delle giovani ragazze che si prestano a fare le badanti testimonia come sia l’invecchiamento progressivo della popolazione, sia la propensione degli under 30 a sacrificarsi siano fenomeni ormai impossibili da negare.
Marco Agrusti Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino