La riforma dell'Ater, nuova battaglia: Udine vuole "mangiare" Pordenone

La sede dell'Ater di Pordenone
 PORDENONE - La giunta regionale si appresta ad approvare (ieri l’annuncio in Consiglio a Trieste, dove l’argomento sarà in approvazione lunedì) la...

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 PORDENONE - La giunta regionale si appresta ad approvare (ieri l’annuncio in Consiglio a Trieste, dove l’argomento sarà in approvazione lunedì) la riforma delle Ater, le Aziende territoriali per l’edilizia residenziale. Le case popolari, insomma. Una riforma dalla quale il territorio del Friuli occidentale (dopo la lunga vicenda che ha visto l’unificazione della Cciaa con Udine e la sanità) rischia di uscire con le ossa rotte. Da quanto previsto, infatti, le Ater regionali passeranno da cinque a quattro (sarà tagliata quella di Tomezzo) e due saranno accorpate: Udine-Pordenone e Trieste-Gorizia. Con l’istituzione di quattro Cda. Il che significa che Pordenone rischia di perdere la propria direzione e quindi anche la propria autonomia decisione sul territorio.  Autonomia che fino a oggi (attuale direttore generale in scadenza è Angioletto Tubaro) ha garantito di gestire sul territorio un patrimonio di edilizia popolare che rappresenta un po’ un “fiore all’occhiello” sul territorio regionale. All’annuncio (per altro arrivato all’ultimo minuto nell’ambito della discussione sull’assestamento di bilancio) da parte della maggioranza della riforma c’è stata una levata di scudi della minoranza. «La progressiva perdita di rappresentanza del pordenonese assume ormai connotati evidenti. L’annunciata legge sulle Ater, che con un blitz verrà votata lunedì, è solo l’ultimo affondo al Friuli occidentale che verrà di fatto annesso a Udine». A dirlo sono il capogruppo del Pd, Sergio Bolzonello e i consiglieri regionali Pd, Nicola Conficoni e Chiara Da Giau. «Per quanto possibile commentare nel merito una legge che ci è stata consegnata all’ultimo secondo appare evidente come con un colpo unico la Giunta Fedriga spazza via l’autonomia all’Ater di Pordenone che perderà il direttore e sarà costrette a fare riferimento a Udine. Insomma, un duro colpo per il pordenonese che perde autonomia e che continua a essere depredato. Che aggiungono: «Gran parte dei consiglieri regionali del centrodestra del pordenonese, dopo aver portato avanti una violenta propaganda sul depauperamento del territorio, ora sono i protagonisti della vera svendita del nostro territorio». Il capogruppo Bolzonello aggiunge: «La riforma massacra i territori, in particolare Pordenone. Inoltre, la richiesta di urgenza è l’ennesima follia della giunta in sfregio al ruolo del Consiglio. Comunicarlo oggi - ha detto ieri - non fa altro che confermare l’improvvisazione con la quale opera il centrodestra. È incredibile come la maggioranza e la giunta, dopo due Omnibus di fila, si siano dimenticati dell’imminente scadenza dei direttori Ater e ora corrano ai ripari con una legge raffazzonata e non mediata che va a colpire duramente i territori. E poi passiamo da zero poltrone, attualmente i direttori sono dipendenti interni, a quattro Cda per piazzare membri della corte di Fedriga».

LA REPLICA

«La norma garantisce autonomia decisionale alle diverse realtà territoriali della regione, diminuisce i costi e ottimizza l’organizzazione». Lo sottolinea il governatore Massimiliano Fedriga. «Sorprende dunque che il Pd abbia avviato una campagna denigratoria nei confronti di una riforma che si pone l’unico obiettivo di potenziare il legame tra le Ater e i cittadini della nostra regione. Viene da pensare che dietro alle pretestuose polemiche ci sia il taglio di dirigenti che abbiamo deciso di portare avanti: una soluzione che evidentemente sta generando malcontento in chi sperava di continuare a trarre benefici lasciando le cose immutate». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino