Droga a chili, arrestato l'ex sindaco e prof di lettere, trovata anche una pistola

la droga trovata nel garage e nel cespuglio viconjo alla casa dell'ex sindaco
ARBA - Ex sindaco e insegnante di Lettere in pensione, Roberto Toffolo, 68 anni, di Arba, si è dovuto confrontare con la dura esperienza del carcere. L’inchiesta sul...

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ARBA - Ex sindaco e insegnante di Lettere in pensione, Roberto Toffolo, 68 anni, di Arba, si è dovuto confrontare con la dura esperienza del carcere. L’inchiesta sul traffico di marijuana, che il 26 marzo ha portato all’arresto dei coniugi Kleanthi e Stephanie Smaniotto, ha avuto un’inaspettata accelerata. I carabinieri, dopo aver recuperato 200 chili di marijuana in un casolare toscano e arrestati due albanesi, martedì sera hanno recuperato 5,8 chilogrammi di marijuana in un garage di via Manin a Arba, 342 grammi di marijuana sotto un cespuglio vicino all’abitazione dell’ex sindaco e una pistola automatica Vesta 6,35 con un proiettile e matricola abrasata, la cui detenzione è stata attribuita a Toffolo.  In manette è finito anche Lusien Lataj, 31 anni, albanese cugino e coinquilino di Smaniotto in via Manin 16 ad Arba. Ieri il gip Rodolfo Piccin ha convalidato entrambi gli arresti. Ma le sorti dei due coindagati hanno preso due strade diverse. Lataj, reo confesso, resta in carcere perchè potrebbe scappare o ristabilire i contatti per i fornitori di droga. Toffolo - che lo stesso Lataj ha scagionato in relazione ai 5,8 chilogrammi di marijuana - è stato liberato. Il gip ritiene che fosse consapevole dello stoccaggio di stupefacenti in luoghi di cui lui stesso aveva la disponibilità, ma non siano emersi gravi indizi per sostenere che avesse anche lui un ruolo nel traffico di stupefacenti.

L’avvocato Alessandro Magaraci ridimensia il coinvolgimento di Toffolo: «Il professore - spiega - da tempo aiuta la famiglia Smaniotto, alla quale ha affittato alcune stanze di sua proprietà. Ha stretto un legame di amicizia senza rendersi conto di quelle che potevano essere le conseguenze». Toffolo e gli Smaniotto abitano in una corte comune in via Manin. Nel retro della sua abitazione ha una tettoia, dove in un armadietto è stata trovata la pistola clandestina che Toffolo, pur dichiarandosi estraneo, ha ammesso di aver maneggiato quando Smaniotto gliel’ha mostrata. I 342 grammi di marijuana erano sotto un cespuglio vicino alla casa dell’ex sindaco. E i 5,8 chilogrammi erano stipati in un garage di via Manin 1, dove Toffolo metteva la sua auto e di cui Smaniotto (a cui l’ex sindaao prestava la macchina) e Lataj avevano la chiave. È proprio in quel garage che sono spuntati i 5,8 chilogrammi di marijuana. «È roba mia», ha detto Lataj. Erano nascosti in un grosso bidone di plastica blu e in un borsone. 

I sospetti sul potenziale coinvolgimento di Toffolo nascono da alcune intercettazioni telefoniche: gli investigatori lo sentono mentre suggerisce ai due albanesi, che non trovano più la chiave del garage, di buttar giù la porta. Sapeva che dentro c’era la droga? Durante la convalida dell’arresto Toffolo ha negato. Sostiene che non sapeva che il garage fosse diventato un deposito di droga, ma allo stesso tempo ha visto mentre bidone e borsone venivano sistemati nel garage, tanto al momento del sequestro ha chiesto ai carabinieri se avevano trovato stupefacente. Martedì, quando gli investigatori gli hanno chiesto quali fossero gli immobili che usava, non ha detto nulla del garage di via Manin 1. La chiave ce l’aveva Lataj. L’ha consegnata, i carabinieri hanno alzato iol basculante e in fondo all’autorimessa hanno trovato i pacchi di marijuana.
Cristina Antonutti Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino