PORDENONE -Dopo la caduta di un ramo di grosse dimensioni in via Montereale, l’amministrazione Ciriani è sempre più convinta della necessità di...
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IL PERICOLO
Situazioni di pericolo in città – con piante ad alto fusto che potrebbero cadere da un momento all’altro – Gea ne ha segnalate 35 sull’intero territorio comunale. «Piante – annota Ciriani – che hanno problemi statici e che, pertanto, dovrebbero essere tagliate. Prima di agire, però, le faremo analizzare, una per una, da consulenti esperti del settore». Il sindaco è chiaro: «Se ora ci troviamo in questa situazione – attacca – è per colpa, forse, delle politiche errate delle amministrazioni precedenti. Amministratori che, di fronte a reali problemi, hanno guardato altrove. Forse per non perdere voti e consensi. Sono sempre più convinto che gli alberi debbano essere piantati per poi crescere dove le condizioni lo permettono. A Pordenone, invece, molti sono stati messi a dimora da persone che non conoscevano il sistema di sviluppo arboreo. Ora stiamo pagando gli errori del passato, come quelli che sono stati commessi in viale Cossetti dove una fortissima spinta urbanistica ha di fatto cancellato per sempre la vegetazione». Ciriani ha promesso che farà di tutto per reperire le risorse necessarie per avviare il censimento degli alberi. «Quelli che i tecnici valuteranno a rischio crollo – anticipa – dovranno essere tagliati, a maggior ragione se si trovano nelle immediate vicinanze di scuole, ospedali e centri di aggregazione. Per alcuni arbusti che verranno tagliati, contiamo in futuro di piantarne dai 3 ai 4mila».
L’AGRONOMA
Secondo Monica Cairoli, consulente del Comune e presidente regionale dell’Ordine dei dottori agronomi e forestali, «esiste una grossa differenza, in termini di longevità, tra il verde urbano e quello presente in campagna». Il primo, per motivi di terreno e di inquinamento, è destinato a durare meno. «Spiace sempre - sostiene - quando si abbatte una pianta, specie se secolare, ma è bene, prima di tutto, fare i conti con la sicurezza. Un albero non può e non deve in alcun modo costituire motivo di pericolo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino