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Gli incidenti in autostrada fanno più rumore. E numeri alla mano anche più vittime, perché quasi sempre - se si parla soprattutto dell’A4 - coinvolgono mezzi pesanti che finiscono per impattare contro le auto. In più c’è di mezzo la storia infinita della terza corsia. Ma non è la “Serenissima”, la strada più pericolosa del Friuli Venezia Giulia. Il picco di incidenti spetta ancora una volta alla Pontebbana, la grande malata della viabilità regionale. Un campanello d’allarme - l’ennesimo - che arriva direttamente all’orecchio del neo-parlamentare leghista Graziano Pizzimenti, fresco di nomina in commissione Infrastrutture. A certificare il triste primato della Pontebbana è il report statistico dell’Aci, che contiene una mappa focalizzata sul Friuli Venezia Giulia.
I NUMERI
Il distacco è impressionante, così come lo è la situazione che riguarda il tratto più complicato della statale 13, cioè quello pordenonese.
LA CARTINA
Si capisce bene di cosa si sta parlando se si dà uno sguardo alla mappa elaborata sempre dall’Aci nazionale con un focus dedicato al Friuli Venezia Giulia. La Pontebbana, specialmente nel suo tratto pordenonese, è colorato di rosso e di nero. Di rosso, nel dettaglio, in corrispondenza del capoluogo e di Sacile (3-4 incidenti in un anno) e di nero ad esempio in corrispondenza del nodo di Cimpello, dove sono stati registrati più di cinque sinistri in un solo anno. Un tratto in nero riguarda anche l’autostrada A28 nei pressi dell’uscita di Pordenone. Stessa statistica anche per la strada che da Opicina porta a Prosecco, ma in questo caso ci si sposta a Trieste.
I RITARDI
La Pontebbana attende da decenni la modernizzazione del suo tracciato. Il maxi-studio sull’asta della Pontebbana interessava sia la provincia di Pordenone che quella di Udine. Prevedeva investimenti e migliorie per 154 milioni di euro in totale. Comprende ancora - ma solo sulla carta, visto che i soldi non ci sono - lavori da eseguire in tre fasi: si partirebbe da piccole opere di messa in sicurezza degli attraversamenti pedonali, per poi proseguire con le rotonde al posto dei semafori e con delle circonvallazioni (tra cui quella di Casarsa di cui si parla approfonditamente nell’articolo in piede di pagina) tese a deviare il traffico per non avvelenare i paesi che si affacciano sulla statale. I maligni allora avevano parlato di un “libro dei sogni”. Ora spetterà al nuovo governo, con in mano magari i dati dell’Aci, dimostrare che si sbagliavano.
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Il Gazzettino