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TREVISO - «Non esiste che Fratelli d’Italia, nei 4 comuni trevigiani maggiori chiamati al voto, non possa schierare un proprio candidato sindaco. A Preganziol siamo convinti di avere noi il profilo migliore e vogliamo candidarlo». Claudio Borgia, presidente provinciale di FdI, alza la voce. E non a caso. Replica a muso duro ai toni sentiti sabato pomeriggio durante l’assemblea plenaria della Lega trevigiana, dove il segretario provinciale Dimitri Coin ha scandito: «I voti di FdI sono nostri, alle prossime elezioni amministrative andiamo a riprenderceli». E dove altri, come il consigliere regionale Alberto Villanova, si sono accodati accusando FdI di aver sottratto preferenze e consenso. «I voti non hanno proprietari, sono i cittadini che decidono», replica a distanza di 24 ore il numero uno di FdI in provincia. Insomma: il centrodestra trevigiano scricchiola. E non poco.
L’ANALISI
«Non nascondo che nei 55 comuni in cui si andrà al voto ci sono delle difficoltà - ammette Borgia - non abbiamo chiuso ancora nessun accordo, ci sono tante divergenze e discussioni.
IL RISCHIO
In questo clima il centrodestra è chiamato a trovare un accordo. Al momento complicato. Borgia non esclude le ipotesi politicamente peggiori: «Io devo pensare a tutelare gli uomini e le donne di Fratelli d’Italia, nei piccoli comuni la situazione non è semplice. Se gli accordi non saranno possibili, si andrà ognuno per conto proprio. Abbiamo tanti giovani amministratori e persone d’esperienza, sia in termini di militanza che di amministrazione, che avrebbero le qualità giuste per potersi candidare e non vedo perché si debbano tarpare le ali a tutti. Non ci possono chiedere di fare sempre un passo indietro». L’orizzonte insomma è cupo. E gli echi dell’assemblea leghista, condita di attacchi assortiti a ogni livello, contribuisce a rendere l’atmosfera ancora più elettrica: «Siamo stanchi di essere continuamente attaccati da chi ci dovrebbe essere alleato. Bisogna decidere: o con Lega e Forza Italia vogliamo governare assieme la provincia, oppure riteniamoci liberi tutti. Basta essere chiari». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino