UDINE - «Un accordo che penalizza e umilia tutti i lavoratori del Policlinico». Così Afrim Caslli (Nursind Udine) e Stefano Bressan (Uil Fpl) definiscono...
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«Al netto di un accordo sindacale non formalmente corretto, sia nella convocazione dello stesso, in quanto la Uil Fpl non è stata convocata, sia nella stesura dell'accordo, i lavoratori si sono visti recapitare nei reparti la comunicazione a giochi già fatti». Bressan ritiene «scorretto» l'iter seguito e ancor di più l'intesa «Perché - si chiedono le sigle - non chiamare anche Uil Fpl e Nursind che hanno notevole rappresentanza in struttura?». Come ricordano i sindacalisti, «120 euro sono pari ad una festività detassata, ma chi prendiamo in giro? L'accordo in questi termini deve ritenersi nullo, la nostra proposta sarà come minimo di 250 euro, anche perché riconoscendo una cifra così bassa come quella prevista nell'accordo si crea un precedente molto pericoloso».
Caslli (Nursind) ipotizza un «comportamento antisindacale per il quale valuteremo la possibilità di adire le vie legali per tutelare gli interessi lesi di tutti i lavoratori e chiederemo un rapido incontro, per rideterminare l'accordo su altri equilibri di confronto, per l'appunto anche economici, visto l'iter palesemente poco trasparente e soprattutto per nulla condiviso». Nursind e Uil criticano anche l'iter di applicazione del nuovo contratto sanità privata firmato nel 2020, «regolarizzato solo due anni dopo». Secondo loro il Policlinico sarebbe stata «l'unica struttura privata convenzionata in regione a fare tale scelta nel 2022». Nursind e Uil hanno sollecitato anche l'individuazione di un referente infermieristico e l'ampliamento del Policlinico. I sindacalisti hanno anche auspicato che «venga presto riattivato il bar della struttura, per i pazienti e per gli stessi dipendenti con un angolo dedicato per consumare un panino o una verdura, oggi furtivamente mangiati nei bagni». «Proposta - proseguono - formalmente presentata dallo stesso laboratorio analisi che sottolinea come gli utenti debbano mangiare alle macchinette nei seminterrati, in una location scomoda ed inadeguata». Per Valentini «confronto propositivo e dialogo devono ritornare al centro del servizio per migliorarlo e renderlo più sicuro. Massima disponibilità e professionalità del personale mal ripagata». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino