Polesine, oltre 4000 impianti fotovoltaici ma la crescita è la metà della media italiana

Il parco fotovoltaico di San Bellino
ROVIGO - Con 4.826 impianti distribuiti sul territorio, anche in Polesine sta crescendo velocemente il ruolo delle fonti energetiche rinnovabili nella produzione elettrica. In...

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ROVIGO - Con 4.826 impianti distribuiti sul territorio, anche in Polesine sta crescendo velocemente il ruolo delle fonti energetiche rinnovabili nella produzione elettrica. In dettaglio (i dati disponibili da Atlaimpianti del Gse sono aggiornati al luglio 2021), i due impianti per la produzione di elettricità da fonte idrica, a Castelguglielmo e Arquà Polesine (per un totale di potenza nominale di poco superiore a 1 megawatt), i due impianti a biomasse solide (il più rilevante a Villanova del Ghebbo, con una potenza nominale di 4,17 megawatt) e poi i 26 impianti a biogas (tutti di taglia inferiore a un megawatt di potenza nominale, per un totale di circa 20,7 megawatt), sono una quota minoritaria rispetto ai 4.796 impianti che sul territorio polesano “catturano” l’energia solare, censiti dal Gestore dei servizi energetici. Gli impianti fotovoltaici, infatti, sono il 92,3 per cento della potenza nominale installata alimentata da fonti rinnovabili, pari a 313,91 megawatt.

LA CRESCITA

La crescita del fotovoltaico in Polesine negli ultimi dieci anni, tuttavia, è stata inferiore alla media italiana: dai 262,7 megawatt installati in provincia a fine 2012 (con 70,56 di questi da ascrivere all’impianto a San Bellino commissionato da Sun Edison Memc, inaugurato nel 2010), si è arrivati a 313,91 al luglio 2021 (più 19,5%). Mentre la crescita nazionale nella potenza installata di impianti fotovoltaici è stata del più 37,5% a fine 2021 dal 2012 (da 16.420 a 22.570 megawatt). In Regione, nel frattempo, continua l’esame del progetto di legge 97, relativo alle “Norme per la disciplina per la realizzazione di impianti fotovoltaici con moduli ubicati a terra”, con la previsione della non idoneità in zona agricola, dove secondo il progetto di legge, gli impianti dovrebbero avere delle limitazioni di potenza e garantire la prevalenza dell’attività agricola su quella industriale di produzione di energia elettrica.

I FRENI

A rallentare la crescita degli impianti alimentati da energie rinnovabili (solare, eolico, idroelettrico, biometano e così via) sono spesso, però, i tempi necessari a ottenere le autorizzazioni. Tra burocrazia e attenzione a evitare lo sfruttamento dell’ambiente, conta anche il confronto tra fonti, valutandone il bilancio energetico. Un’attenzione da applicare non solo nel confronto tra fonti fossili e rinnovabili, ma anche tra le stesse “energie pulite”. Perché nello sfruttamento dei terreni, per esempio, studi condotti già nel 2010 come quelli di Elisa Samorì con Mirco Andreotti all’università di Ferrara, invitavano a riflettere (mettendo a confronto “pro e contro” di impianti alimentati da fonti rinnovabili nella vicina zona di Ferrara) sul fatto che a parità di potenza (un megawatt), il fabbisogno di terreni occupati dai pannelli fotovoltaici di un impianto solare con accumulazione a idrogeno è 15 ettari, rispetto ai 400 ettari necessari alla produzione di prodotti agricoli da destinare a una centrale di un megawatt per ricavare biogas da fermentazione.

I NUMERI



In rapporto all’estensione territoriale di ogni comune polesano, quello con più megawatt di fotovoltaico installati per chilometro quadrato di superficie è San Bellino con 4,51, seguito da Canaro (2,31), Salara (0,61), Ceneselli (0,45), Loreo (0,33), Castelguglielmo (0,28), Badia (0,26), Bosaro (0,21) San Martino di Venezze (0,2) e Lusia (0,19) tra i primi dieci. Il capoluogo è al 14. posto con 0,14 megawatt per chilometro quadrato. Nella classifica della potenza fotovoltaica installata, il primo posto è per Canaro (75,3 megawatt). Seguono San Bellino (71,4), Rovigo (15,4), Loreo (13,3), Ceneselli (13), Badia (11,7), Porto Tolle (9,1), Salara (8,6), Ariano (7,6), Lendinara (7,1), Porto Viro (6,5), Castelguglielmo e San Martino di Venezze (6,1), quindi Adria (6) e Taglio di Po (5,9), guardando alla soglia dei 5 megawatt. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino