In Polesine l'abbandono scolastico è doppio rispetto alla media veneta. Colpa anche della Dad

In Polesine la dispersione scolastica è quasi doppia rispetto al Veneto.
ROVIGO - In Polesine la dispersione scolastica è quasi doppia rispetto al Veneto. E continua a restare la più alta in regione. Nell’anno scolastico in...

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ROVIGO In Polesine la dispersione scolastica è quasi doppia rispetto al Veneto. E continua a restare la più alta in regione. Nell’anno scolastico in corso è quantificata a quota 1,36 per cento della popolazione di studenti (comunque in calo rispetto ai tre anni precedenti, ma ben al di sopra dello 0,76 per cento di media tra le province venete) la statistica che registra, complessivamente, i dati che portano a quantificare il risultato complessivo della dispersione. Vale a dire gli studenti “assegnati”, ma che non hanno frequentato, da sommare agli allievi ritirati prima e dopo il 15 marzo; poi agli abbandoni non formali (quando il giovane, semplicemente, non frequenta uno dei tre percorsi previsti dalla normativa) e ancora, gli esiti negativi.


I dati sulla dispersione scolastica sono stati raccolti in un rapporto a cura del servizio ispettivo dell’Ufficio scolastico regionale e quelli del corrente anno scolastico sulle non ammissioni sono desunti da quelli dichiarati dalle scuole in sede di organico di diritto. Mancano a definire il quadro gli “esiti negativi” ai quali potrebbe seguire il mancato proseguimento degli studi nell’anno scolastico 2021-22. Così, non è ancora possibile valutare pienamente gli esiti in Polesine dei mesi di didattica a distanza. Anche se una ricerca nazionale condotta nel 2020 da Ipsos e svolta per Save the children, ha rivelato come la Dad abbia favorito il fenomeno di dispersione scolastica: su un campione di più di due milioni e mezzo di studenti delle scuole superiori, il 28 per cento dei ragazzi coinvolti aveva dichiarato di aver avuto nell’anno scolastico 2019-2020 almeno un compagno di classe che non aveva più seguito le lezioni dall’inizio del primo lockdown, nella primavera 2020.

I NUMERI

All’apertura dell’anno scolastico 2020-2021 la popolazione scolastica negli istituti statali secondari di secondo grado registrava 8.817 allievi in Polesine. Ora il dato sulla dispersione scolastica locale conta 115 studenti. Nell’anno scolastico precedente, il primo influenzato dalla pandemia di coronavirus, quando gli studenti al via in settembre erano stati 8.810 (sempre nelle scuole statali), la dispersione scolastica aveva raggiunto in Polesine la percentuale di 1,88% (pari a 166 studenti) e nel 2018-19 era stata addirittura superiore (2,02%). Se la media della dispersione scolastica in Veneto si è quasi dimezzata tra il 2018-19 e quest’anno, passando da 1,50% a 0,76, non altrettanto è successo in provincia di Rovigo. Dove comunque è in diminuzione (dal 2,02 % a 1,36 attuale), anche se sarà possibile conteggiare solo in futuro quanti effettivamente, dopo una bocciatura, sceglieranno di non proseguire il percorso verso il diploma.
Più in dettaglio, in questo anno scolastico i licei polesani hanno già contato nove studenti iscritti, ma non presenti in classe il giorno d’inizio delle lezioni, poi 18 allievi che si sono ritirati prima del 15 marzo e otto abbandoni non formali. La dispersione scolastica conta due alunni in più (37) negli istituti professionali e sale a quota 43 negli istituti tecnici, dove gli abbandoni scolastici non formali risultano 12, i ritiri prima del 15 marzo 19 e quelli dopo la stessa data due, mentre sono stati dieci gli studenti che pur iscritti, non erano in classe all’inizio dell’anno scolastico.

ABBANDONI


Se per “abbandono scolastico” si intende la definitiva uscita di uno studente dall’iter scolastico o formativo, la dispersione scolastica si riferisce in modo più ampio ai fattori che determinano rallentamenti, ritardi o interruzioni più o meno prolungate di un iter scolastico e che possono portare all’abbandono. Così, tra i tasselli che misurano la dispersione scolastica c’è anche l’indice delle mancate ammissioni alle classi successive. Che dopo il minimo storico del 2020, con il “tutti ammessi” o quasi seguito alle difficoltà da primo lockdown, ora vede tornare le bocciature, anche se non ai livelli del 2018-19, quando variavano dal 3,55% nei licei, al 6,7% negli istituti professionali.
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Il Gazzettino