ROVIGO - Sono molti i casi di riacutizzazioni bronchitiche e di polmoniti, correlati a sintomi influenzali, ma pochi i casi di influenza: sono otto, finora, in tutto il Polesine....
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Mestre, in Rianimazione per un'influenza: quarantenne tra la vita e la morte
«Se finora l’epidemia influenzale non ha avuto conseguenze gravi sulla salute dei polesani, si deve al successo della campagna antinfluenzale», ha rilevato il direttore generale dell’Ulss 5 Antonio Compostella nel fare il punto della situazione sulla stagione influenzale, mentre già si guarda al momento di picco, atteso nelle prime settimane di febbraio. Insieme a Compostella sono intervenuti il dirigente medico del Servizio Igiene e Sanità pubblica Margherita Bellè, il direttore della Geriatria e capo reparto internistico Pierluigi Dal Santo, il direttore sanitario Edgardo Contato e i direttori dei Pronto soccorso di Rovigo Stefano Kusstatscher e di Adria Giovanni Lucianò.
Il Polesine è ancora in zona di intensità bassa dell’epidemia, secondo i dati della rete di sorveglianza Influnet aggiornati al 5 gennaio. «La diffusione locale dell’influenza è in linea con il dato regionale», ha spiegato Compostella, pari a 2,75 casi ogni mille residenti. Risulta inferiore alla media nazionale (4,74) e questi sono i casi di sindromi simil-influenzali, con almeno uno dei sintomi generali dell’influenza come febbre, malessere-spossatezza, mal di testa, dolori muscolari e uno dei sintomi respiratori (tosse, mal di gola, respiro affannoso). Gli otto casi clinicamente diagnosticati nel territorio provinciale riguardano le manifestazioni acute con ceppo virologico identificato. A questi pochi casi, relativi a persone che avevano già delle situazioni cliniche particolari, in quanto sofferenti di malattie respiratorie croniche o di altre patologie che ne condizionano negativamente la salute, fanno da contraltare altri dati: è ben maggiore, è stato spiegato, il numero delle persone che arrivano nei Pronto soccorso con scompensi o problemi respiratori. E a questi accessi sono seguiti spesso, secondo appropriatezza, dei ricoveri: nell’ospedale di Rovigo, per esempio, il tasso di occupazione dei posti letto nell’area internistica è al 110% (ne sono stati aggiunti) e anche ad Adria e Trecenta lo stesso tasso è salito nei reparti di Medicina e Lungodegenza. In questa situazione, con un’intensità ancora bassa dell’influenza, con l’acutizzazione nello stesso periodo, invece, delle malattie respiratorie, è stata registrata «un’affluenza significativa ai Pronto soccorso, dove arrivano anziani - ha spiegato Compostella - con sintomi influenzali che si sovrappongono ad altre patologie e in questi casi sono proprio i vaccini a evitare l’insorgenza delle complicanze ben più gravi, che invece comporterebbe l’influenza».
A oggi, nonostante le difficoltà legate al personale, i Pronto soccorso «stanno gestendo la situazione senza problemi: Rovigo, ad esempio - ha rilevato Compostella - ha percentuali di afflusso maggiori rispetto ad altre città con caratteristiche simili e in alcune situazioni si è toccata la presenza contemporanea anche di 50 pazienti».
I direttori dei Pronto soccorso, Kusstatscher e Lucianò, hanno mostrato che gli accessi generali risultano finora in leggero calo, tra il 1. dicembre e l’otto gennaio, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: a Rovigo sono passati da 4.567 a 4.522, ad Adria da 2.500 a 2.450, e a Trecenta da 1.451 a 1.345. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino