A pensarci bene sembra una bella commedia. Botte da orbi, colpi di fioretto e neanche tanti sorrisini sulle labbra. Ma per il momento manca il classico finale ad effetto. Si...
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Ieri la nuova puntata. «Notate bene - scrive Balasso - che a questi qua della Lega non gli frega un c... di dire che si sono impossessati dello Stabile del Veneto e che hanno fatto un editto per non farmi lavorare nelle strutture pubbliche del Veneto (...) questo qua dice una cosa ben più grave e non riguarda me, riguarda la vostra idea politica del qua xe tuto mio. E invece va detto subito il Teatro stabile, Beltotto non è casa tua!».
Immediata la replica del numero uno del Tsv. «È evidente - chiosa - che siamo vittime di una vera e propria aggressione da parte di Balasso. Ci sta attaccando con una grande dose di vigliaccheria e di cinismo. Io ho preso atto di questi attacchi e mi difendo». Ma Beltotto è finito pure nel mirino del gruppo veneto dei Cinque Stelle. I grillini non le mandano a dire chiedendone la testa. «Senza se e senza ma - dicono - ma chi gestisce un'istituzione pubblica come lo Stabile non può essere al servizio del potere. Se lo è, va fatto dimettere. La cultura è di tutti e le istituzioni democratiche non ammettono editti e censure». E poi l'affondo: «Beltotto non ha smesso di essere al servizio di Zaia come quando era suo portavoce, ma l'istituzione che presiede non è casa nè dell'uno nè dell'altro. Quanto denunciato da Balasso emana il cattivo odore della censura di regime. Lo Stabile è dei veneti e lo spettacolo scritto da Trevisan, tratto da Goldoni, e interpretato da Balasso, vi appartiene a pieno titolo». Anche verso i grillini immediata la replica del presidente. «Probabilmente non hanno approfondito la questione... denuncia - Potrei dire anche che noi Tsv siamo stati trattati male dal loro ministro e che i 5Stelle nel Veneto non ci hanno neanche difeso.... Quanto poi all'incarico di portavoce di Zaia mi pare un atteggiamento offensivo e se ritengono che il governatore abbia un comportamento padronale vuol dire che non lo conoscono. Ho l'impressione che i 5Stelle siano stati fuori tono».
IL CONTRATTACCO
Insomma, un putiferio. Beltotto ci tiene a puntualizzare anche indicando al capogruppo pentastellato Jacopo Berti le dichiarazioni dello stesso Balasso. «In questo teatro - dice il presidente Tsv - non si operano censure, non si hanno preclusioni ideologiche o di altro tipo. Se uno non ci si trova bene deve rimanere fuori dall'uscio e anche se va cercando qualche centesimo di ricca elemosina non deve sputare sul piatto dove ha mangiato». E quindi l'ultimo spillo: «Abbiamo in cartellone Veneziani (che con orgoglio abbiamo accolto su questo palcoscenico) e Righetto; Piero Grasso e Paolini, Bugaro e Cescon. Non sarà Balasso, pagato regolarmente e assai profumatamente per tre anni e che nulla dichiara di voler avere a che fare con lo Stabile del Veneto a farci cambiare idea. E da lui e da quelli come lui non accettiamo lezioni». Sipario. (Ma solo per il momento).
Paolo Navarro Dina
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Il Gazzettino