Treviso. Corse dei bus Mom tagliate al sabato, le mamme: «Rimborsate gli abbonamenti ai nostri ragazzi»

TREVISO - Mamme in rivolta contro la decisione della Mom di tagliare gli autobus con pochi passeggeri. Ora spunta anche l’ipotesi di una class action per chiedere il...

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TREVISO - Mamme in rivolta contro la decisione della Mom di tagliare gli autobus con pochi passeggeri. Ora spunta anche l’ipotesi di una class action per chiedere il rimborso degli abbonamenti. La sforbiciata si è concentrata nei fine settimana. Il punto è che, per quanto non affollati, i mezzi in questione consentivano a diversi ragazzi di spostarsi tra i quartieri e il centro storico. Soprattutto di sabato. Adesso, invece, la riduzione delle corse costringe le famiglie ad accompagnarli e ad andarli a prendere in auto. Anche perché tornare a casa dopo le 20, in alcune zone della città, è una missione quasi impossibile.

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LA PROTESTA
«Mom dovrebbe rimborsare gli abbonamenti annuali. È una cosa vergognosa far pagare la gente e poi tagliare improvvisamente le corse, cambiando le carte in tavola – attacca Antonella Tocchetto, consigliere comunale del Pd – le cose sono due: o scattano i rimborsi per chi ha pagato per tutto l’anno oppure Mom torna a garantire i collegamenti che erano previsti all’inizio. Francamente non vedo tante altre possibilità». Non si parla di pochi euro. L’abbonamento annuale al servizio urbano costa quasi 300 euro per uno studente, 370 euro per un lavoratore e oltre 400 euro se si fa l’ordinario impersonale. «Sono già stata contattata da diverse famiglie che si sono trovate in difficoltà – aggiunge Tocchetto – è proprio inutile parlare di città green se poi si procede in questo modo». Tra le linee ridotte nei fine settimana ci sono la 7 tra il Sant’Artemio, la stazione e i quartieri di San Lazzaro e San Zeno; la 21 tra Treviso, Paese e Castagnole; la 55 tra Merlengo, Santa Bona, stazione, San Zeno, Sant’Angelo, Canizzano e Quinto. Solo tra queste nei giorni festivi sono sparite 24 corse, il 33% del totale (da 72 a 48). E così via.


I PROBLEMI


«Chi come me ha più figli adolescenti si ritrova a doverli portare in centro in macchina e poi ad andarli a prendere, anche in orari diversi – spiega una mamma che abita nella periferia nord della città – quando abbiamo pagato l’abbonamento, le corse c’erano. Poi sono state tolte di punto in bianco». «Senza contare che di fatto è impossibile per i ragazzi tornare a casa dopo le 20. Con questi orari non si può nemmeno pensare di andare a mangiare una pizza – continua – non chiediamo che ci siano corse anche di notte. Ma arrivare almeno alle 22 o alle 23 sarebbe già positivo. D’estate i ragazzi possono in qualche modo arrangiarsi. In un periodo come questo, però, vengono portati in macchina. E non mi pare una grande soluzione se si punta a ridurre l’inquinamento». Per Mom la parola d’ordine è evitare gli sprechi. Cioè ridurre il numero di bus con pochi passeggeri. Il direttore Corrado Bianchessi l’ha sottolineato in ogni modo. Tra settembre e dicembre c’era già stata una riduzione delle corse per un totale di 120mila chilometri. Dall’8 gennaio sono scattate altre sforbiciate. La società chiarito che le corse cancellate sono state inquadrate come inutili solo dopo un periodo di monitoraggio. «Allora almeno si smetta di chiamarlo trasporto pubblico – tira le fila Tocchetto – un servizio pubblico deve essere garantito anche quando ci sono pochi passeggeri». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino