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Nel congelatore ci sono sessanta milioni di euro. Tutti destinati a progetti che potrebbero far fare all’agricoltura del Friuli Venezia Giulia un salto di qualità, un passo verso il futuro. E che allo stesso tempo darebbero una mano a tamponare il problema dello spreco di acqua durante i mesi estivi, tema più che mai attuale vista l’emergenza idrica che ha convinto la Regione a convocare un tavolo tecnico con i consorzi. Il problema qual è, quindi? Quei sessanta milioni figli del Piano nazionale di resilienza e ripartenza, sono bloccati dalle Regioni del Sud Italia, che inizialmente escluse dai “premi” ora hanno alzato le barricate. E dal Friuli ora si leva la protesta.
I FATTI
A spiegare come stanno realmente le cose è l’assessore regionale Stefano Zannier. «Il Pnrr - illustra l’esponente della giunta Fedriga - ha una sua graduatoria che è uscita già lo scorso settembre». Quindi prima della “bufera” economica. «Noi, come Friuli Venezia Giulia - prosegue - abbiamo molti progetti che rientrano nell’area finanziabile del piano europeo.
LE OPERE
Sessanta milioni di euro, si diceva. «Nel dettaglio - spiega ancora l’assessore Stefano Zannier - si tratta di progetti immediatamente eseguibili che permetterebbero ai nostri agricoltori di abbandonare o di migliorare il sistema delle canalette irrigue. Ciò aiuterebbe molto a limitare il problema dell’acqua che quest’estate diventerà molto importante, a meno che il clima non viri verso maggiori piogge sul territorio. Ogni giorno che si attende, a causa di problemi che non sono nostri, è di fatto un giorno perso in più. E non ce lo possiamo assolutamente permettere». Il tutto alla vigilia di un’estate che si preannuncia molto complicata sul fronte dei bacini montani, alcuni dei quali (tra il Tagliamento e il Cellina) sono già in forte carenza d’acqua.
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Il Gazzettino