60 milioni per l'agricoltura friulana "congelati" dalle "bizze" delle Regioni del Sud: scoppia la protesta

Lunedì 23 Maggio 2022 di Marco Agrusti
Una serra
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Nel congelatore ci sono sessanta milioni di euro.

Tutti destinati a progetti che potrebbero far fare all’agricoltura del Friuli Venezia Giulia un salto di qualità, un passo verso il futuro. E che allo stesso tempo darebbero una mano a tamponare il problema dello spreco di acqua durante i mesi estivi, tema più che mai attuale vista l’emergenza idrica che ha convinto la Regione a convocare un tavolo tecnico con i consorzi. Il problema qual è, quindi? Quei sessanta milioni figli del Piano nazionale di resilienza e ripartenza, sono bloccati dalle Regioni del Sud Italia, che inizialmente escluse dai “premi” ora hanno alzato le barricate. E dal Friuli ora si leva la protesta. 


I FATTI


A spiegare come stanno realmente le cose è l’assessore regionale Stefano Zannier. «Il Pnrr - illustra l’esponente della giunta Fedriga - ha una sua graduatoria che è uscita già lo scorso settembre». Quindi prima della “bufera” economica. «Noi, come Friuli Venezia Giulia - prosegue - abbiamo molti progetti che rientrano nell’area finanziabile del piano europeo. La procedura prevedeva una validazione tecnica, che i Consorzi hanno ottenuto con i tempi previsti. Abbiamo inviato tutta la documentazione necessaria al governo. Ma la confusione si è generata quando è uscita la graduatoria: i finanziamenti per i progetti riguardavano praticamente solo le Regioni del Centro e del Nord Italia. A quel punto si è levata la protesta del Meridione, ma la verità è che quelle regioni di progetti pronti e finanziabili come i nostri non ne avevano. Non erano pronti. A quel punto il governo si è impegnato a rintracciare una dotazione straordinaria dal punto di vista economico». Ma la macchina all’improvviso si è fermata. «A causa della protesta delle Regioni del Sud - prosegue sempre l’assessore Stefano Zannier - l’intero meccanismo si è piantato. E non capiamo perché. Non arrivano più risposte e i progetti non possono più partire, quando sarebbero tecnicamente pronti. Siamo molto preoccupati per i temi - è il passaggio più duro della riflessione di Zannier - e non vorremmo che chi era rimasto fuori dalla porta ora provi a rientrare dalla finestra». Per la Regione è necessario procedere parallelamente sia con le graduatorie tecniche che con l’attivazione di strumenti speciali a fronte di criticità specifiche, senza che nessun territorio sia lasciato indietro. Il sistema regionale infatti ha presentato un’ampia progettualità ed altri programmi sono in via di definizione a valere sul Pnrr rispetto ai quali il Friuli Venezia Giulia è pronto a spendere le risorse che dovessero subito rendersi disponibili. 


LE OPERE


Sessanta milioni di euro, si diceva. «Nel dettaglio - spiega ancora l’assessore Stefano Zannier - si tratta di progetti immediatamente eseguibili che permetterebbero ai nostri agricoltori di abbandonare o di migliorare il sistema delle canalette irrigue. Ciò aiuterebbe molto a limitare il problema dell’acqua che quest’estate diventerà molto importante, a meno che il clima non viri verso maggiori piogge sul territorio. Ogni giorno che si attende, a causa di problemi che non sono nostri, è di fatto un giorno perso in più. E non ce lo possiamo assolutamente permettere». Il tutto alla vigilia di un’estate che si preannuncia molto complicata sul fronte dei bacini montani, alcuni dei quali (tra il Tagliamento e il Cellina) sono già in forte carenza d’acqua. 

Ultimo aggiornamento: 24 Maggio, 10:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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