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VENEZIA - Parlano i numeri, confermati dall’ufficio Commercio del Comune di Venezia: un solo bar, su sette controllati, aveva rispettato quando deciso da Ca’ Farsetti. Tutti gli altri avevano posato il proprio plateatico nonostante la loro richiesta di permesso fosse stata respinta, o non erano rientrati nel perimetro pre-Covid. E per alcuni dei sei locali fuori legge in fatto di plateatici ora scatta la chiusura per tre giorni, come previsto dal regolamento del Commercio in caso di recidiva. Sì perché dai controlli di venerdì nell’area di San Marco si è scoperto che alcuni locali avevano già ricevuto diffida a rientrare nei ranghi, una prima multa e una seconda. E adesso, con la terza infrazione, ecco la chiusura.
«Se verranno trovati non in ordine anche in un eventuale prossimo controllo - ha precisato Sebastiano Costalonga, assessore al Commercio del Comune di Venezia - per loro scatterà la sospensione del plateatico per un anno, è tempo di far rispettare le regole». Nel mirino della task force composta da agenti di polizia locale e tecnici dell’ufficio Commercio ci sono finiti un centinaio di locali, tra bar e ristorazione.
A distanza di un anno dall’aprile 2022, al Commercio è arrivata più di una segnalazione di pubblici esercizi, soprattutto bar ma anche qualche ristorante, ai quali il plateatico o il suo ampliamento erano stati negati e che invece lo esponevano come in tempo di Covid, allargando giro di clienti e - di conseguenza - aumentando i guadagni. Venerdì pomeriggio sono partiti i primi controlli nel sestiere di San Marco e nei prossimi giorni i vigili e i tecnici comunali si sposteranno anche nelle altre zone di Venezia, con in mano la lista dei locali ai quali era stato detto di «no». Poi la verifica riprenderà da capo. La stretta sui locali riguarda anche gli eventi serali programmati per attirare clienti. L’altra notte infatti gli agenti della polizia locale hanno verificato le autorizzazioni dei bar che tengono la musica alta fino all’orario di chiusura. Chi ce l’ha, è obbligato a rispettare i decibel imposti dall’autorizzazione - pena sanzione amministrativa - chi invece non ha ricevuto nessun via libera dal Comune ma usa lo stesso la musica ad alto volume, la deve spegnere dopo le 23. A questo si aggiunge anche la spinta data dalla Prefettura che nell’ultimo Comitato per la sicurezza pubblica in vista di Pasqua, ha chiesto alle forze dell’ordine di intensificare i controlli della movida fracassona. «Questa amministrazione non vuole punire nessuno a priori - ha aggiunto Costalonga - ma non si può più rispettare una situazione ormai fuori controllo e drammatica, come hanno dimostrato i primi controlli di questi giorni. Va trovata una soluzione e va trovata insieme». Per questo nelle prossime settimane il titolare dell’assessorato al Commercio chiamerà a raccolta tutte le categorie: «Durante il virus abbiamo dimostrato che lavorando assieme - ha concluso - siamo riusciti a venirne fuori cambiando anche aspetti che sembravano consolidati e intangibili. Ora è tempo di darsi delle regole che tutti rispetteremo per evitare che la città venga soltanto sfruttata senza rispettarne le sue bellezze».
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