Piscina chiusa dopo il lockdown, scontro aperto tra Comune e gestori

L'impianto di Porto Viro
PORTO VIRO - La piscina potrebbe riaprire a inizio settembre. Non è una certezza assoluta, ma un obiettivo che i gestori della Sport Service ssd per primi si stanno...

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PORTO VIRO - La piscina potrebbe riaprire a inizio settembre. Non è una certezza assoluta, ma un obiettivo che i gestori della Sport Service ssd per primi si stanno ponendo. Ci sono infatti da affrontare le incognite e i maggiori costi necessari per affrontare in sicurezza il post lockdown, ma anche incomprensioni e un contenzioso con l'Amministrazione comunale. Tutte cose che non aiutano una soluzione rapida o certa. «Secondo il decreto governativo, siamo ancora in emergenza sanitaria - spiega Fiorenzo Galiazzo, consulente del consorzio d'imprese che fa capo a Sport Service - e ammesso che ce ne siano le condizioni, aprire è una possibilità e non un obbligo. In questo senso, indicare come data i primi di settembre è un obiettivo che ci poniamo, più che una certezza».

PROBLEMA SOLDI
Che cosa ostacola la riapertura? «Dopo il lockdown, tutte le piscine hanno difficoltà a far quadrare i conti - continua Galiazzo - i protocolli anticovid si basano sul distanziamento sociale che si traducono in maggiori costi e minori ingressi. Per il periodo estivo viene consigliato agli utenti di arrivare indossando già il costume e di farsi la doccia a casa, ma nelle altre stagioni? L'aspetto più critico riguarda infatti gli spogliatoi, dove stiamo potenziando l'aspirazione e attivando il maggior spazio possibile. I maggiori costi stimati ammontano a 70mila euro e, come per altre associazioni, la chiusura forzata ha messo a rischio la sostenibilità dei costi. La settimana scorsa l'assemblea dei soci di Sport Service ha approvato il bilancio stanziando una cifra importante per ripianare le perdite, mentre in altre realtà c'è stato un intervento da parte del Comune».
LA DIFFIDA DEL SINDACO

Il sindaco Maura Veronese sostiene che, dopo incontri e richieste cadute nel vuoto, vi ha inviato una diffida per conoscere tempi e modalità della ripresa delle attività, e che potrebbe arrivare alla revoca della concessione. «Forse la diffida è superata dall'ultimo decreto governativo, in ogni caso abbiamo già risposto al sindaco - conclude Galiazzo - chi ha a cuore un servizio così popolare (nel 2019 ci sono stati 230mila ingressi, 10mila iscritti ai corsi di nuoto, 204 bimbi ai centri estivi, l'attività agonistica, l'assistenza ai disabili, terapie riabilitative, ecc) dovrebbe collaborare, invece il Comune è stato assente di fronte alle difficoltà quali la crisi del 2008-2010, la tromba d'aria che ha colpito l'impianto nel 2017 e ora il Covid. Se almeno avesse accettato il tentativo di mediazione per chiudere il contenzioso che ci vede opposti per corsi non pagati, il terreno intestato al leasing sul quale il Comune ha edificato un nuovo edificio demolendo alcune strutture di gioco realizzate da Sport Service, avremmo qualche certezza in più da offrire ai nostri utenti. Ma proprio per loro continueremo ad essere collaborativi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino