VENEZIA - È diventato virale e in poco più di 24 ore ha ottenuto quasi tremila condivisioni e centomila visualizzazioni. Il video pubblicato giovedì...
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De Polo è stanco, ha 30 anni e un figlio piccolo e chiede solo di poter lavorare: «Non mi aspettavo questa vicinanza pubblica e privata, come i veneziani scappati da anni che mi hanno invitato a non demordere. C'è voglia di Venezia e di restare qui, anche se quando ho cercato in affitto una casa le agenzie mi ridevano dietro». Nel video gli sfoghi sono tanti, dal: «Pizzo da pagare al Comune per i permessi di usare le casse all'esterno», ai: «Vari costi tra marche da bollo, Siae e dj».
De Polo si lamenta anche della diversità di trattamento rivolgendosi direttamente al sindaco: «Perché venite da me, lavoratore onesto, che paga le tasse e lavora 11 ore al giorno e se mi va bene e mi contestate 5mila euro di multa per una lavagna, due piante e due lanterne. Il degrado, il turismo, la gente che borseggia, i ladri in casa, i venditori di borse e rose, gli scatolettisti: perché non combattete la vera malavita?».
Pronta la risposta del Comune, attraverso una nota del comandante della polizia locale Marco Agostini: «I due agenti si sono recati all'osteria a mezzogiorno di giovedì 28 giugno, in seguito ad alcuni esposti dei residenti. Nel corso del sopralluogo non è stata elevata alcuna sanzione né diffida ufficiale, come previsto dal nuovo regolamento comunale, ma è stato unicamente rivolto al gestore un invito ad attenersi alle disposizioni nell'ottica di una reale collaborazione tra amministrazione comunale e cittadini. Dispiace, quindi, constatare il tono polemico e poco rispettoso che il gestore del locale ha tenuto nel video postato su Facebook nei confronti del lavoro della polizia locale, che ha il dovere di far rispettare le norme legate ad una civile convivenza. Sono a disposizione per incontrare l'esercente e i cittadini per la verifica puntuale dei fatti».
Tomaso Borzomì Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino