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Zero. Neanche un euro. I piccoli comuni del Friuli Venezia Giulia, che nel tessuto geografico della regione rappresentano la stragrande maggioranza degli insediamenti urbani, restano di nuovo fuori dai fondi statali. E la scorpacciata di milioni, perché di questa unità di misura si tratta, è tutta nella pancia del Meridione. Con i sindaci della regione che gridano allo scandalo e invocano l’immediato intervento del nuovo governo, dal momento che il “regalo” è stato impacchettato come ultimo “saluto” dall’esecutivo guidato dall’ormai ex premier Mario Draghi.
COS’È SUCCESSO
Questa volta il “buco” si è formato sui fondi destinati alla rigenerazione urbana. Capitoli importanti, che avevano fatto sperare tanti piccoli comuni del Friuli Venezia Giulia. Riqualificazione di edifici storici, impianti sportivi, lavori mai possibili fino ad oggi. La miniera d’oro sembrava a portata di mano.
LA DELUSIONE
I Comuni si erano attivati per tempo. Hanno impiegato risorse, messo a lavorare gli uffici, tolto professionalità da altri capitoli. Il tutto per individuare i siti “buoni” per intercettare i fondi della rigenerazione urbana. Un’operazione a conti fatti inutile. «Una grande mole di lavoro alle spalle - attacca ancora Maurmair - e ancora una volta una beffa clamorosa. Serve l’intervento urgente dei nuovi parlamentari».
LA LISTA
Il bando prevedeva l’associazione di più piccoli comuni per arrivare ad agglomerati con più di 15mila abitanti. A Spilimbergo c’era un palazzo da restaurare, a Valvasone il campo sportivo da sistemare, ad Arzene l’area vicino al municipio, a Pinzano la valorizzazione del castello. Ma la lista non è esaustiva, perché in tutto il Friuli Venezia Giulia c’erano decine e decine di progetti che sembravano finalmente in pista e che invece restano a secco. La maggior parte dei finanziamenti, invece, finisce in Campania. Non ricevono soldi, tra gli altri, nemmeno Maniago, Manzano, Palmanova, Muggia, Pasian di Prato, Talmassons, Tricesimo, Fiume Veneto.
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Il Gazzettino