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VENEZIA - «Il plateatico del Quadri è soffocato dai cantieri. Tra rumori, polvere e cattivi odori, chi vuole che si venga a sedere ai nostri tavolini! E infatti l'incasso di oggi è zero. Questo gioco, da inizio anno, ci è già costato 300mila euro. E se le cose continueranno così le perdite raddoppieranno. Ho sei dipendenti stagionali in aspettativa, padri di famiglia che per ora non ho potuto riassumere». Parla con i numeri Raffaele Alajmo, alla guida del Grancaffè Quadri, sempre più esasperato dalla convivenza forzata con i lavori in corso in Piazza San Marco. In questo momento il suo è forse il caffè della Piazza che più patisce la presenza del doppio cantiere marciano: quello del Comune, che sta completando il rifacimento della pavimentazione in masegni, e quello del Provveditorato alle Opere pubbliche, che sta intervenendo sui cunicoli sotterranei per mettere in salvo l'intera insula dalle acque alte. Lavori che tra acque alte, maltempo e ritrovamenti archeologici, stanno accumulando una serie di ritardi.
TAVOLINI DIMEZZATI E VUOTI
Ed ecco lo sfogo dell'imprenditore.
STAGIONALI A CASA
«In queste settimane sto facendo 300 euro di incassi al giorno e ho uno staff di 70 dipendenti, di cui 15 solo per la Piazza. Anche il ristorante, con questa vista sui cantieri, non è proprio favorito. E non posso riprendere i sei stagionali. Personale che normalmente stava casa da novembre a febbraio. A marzo, gli anni scorsi, già lavoravano tutti».
LAVORI H24
Per il titolare del Quadri lo «scavo archeologico è quello che meno dà fastidio. Può essere anche carino vedere gli archeologi al lavoro. É il cantiere mobile, che si è allargato a dismisura, a disturbare. Dovevano essere mini-cantieri. Non è andata così. E noi siamo assediati». Quello di Alajmo è quasi un appello: «Capisco che questi lavori vanno fatti, ma in questo modo non è corretto. La nostra stagione è breve: va da marzo a ottobre. Non possono toglierci due mesi così. A questo punto, per accelerare i tempi, che lavorino anche di notte. Il sindaco ci ha promesso di venirci incontro sulla Cosap. Va bene, ma non basta».
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